È noto a tutti che nelle aziende ci sia una mancanza di competenze nel settore della sicurezza IT.
Se queste lacune continuassero a crescere, aumenterà anche la pressione sulle aziende affinché proteggano i propri dati più importanti, e non ci vuole uno specialista della sicurezza informatica per capire che questa combinazione di fattori possa essere determinante sul futuro delle aziende.
Oggi i team IT non riescono a gestire la mole di lavoro e la prima conseguenza della mancanza di competenze specifiche è l’ascesa del cosiddetto tuttofare.
Il futuro è fatto da team di tuttofare
Secondo Cristian Meloni, Country Manager Italy di Rubrik, una delle regole più spesso ricordate è che la specializzazione è garanzia di successo in un determinato ruolo o per un business, ma, sfortunatamente, non è così semplice da implementare. Se gli specialisti si dimostrano abili a compiere i compiti in cui si sono specializzati, spesso fanno fatica ad uscire dalla propria comfort zone.
Un set di conoscenze più generali è cruciale per lo sviluppo di un’azienda, come per esempio in una startup dove i dipendenti devono coprire più ruoli e affrontare sempre nuove sfide, sopperendo ad una mancata formazione nell’area in cui devono operare.
In questa particolare situazione uno specialista potrebbe sentirsi sopraffatto, mentre un tuttofare potrebbe sentirsi più a proprio agio.
Naturalmente, per Meloni, questa non è una chiusura al ruolo dell’esperto. Ci sarà, ovviamente, sempre bisogno della sua conoscenza ed esperienza.
Competenze, machine learning e routine
Una volta che le aziende adotteranno un approccio più generalista con qualche specialista di security, il passo successivo sarà quello di implementare una tecnologia che gli permetta di lavorare al meglio.
Solamente adottando un approccio generalista insieme al machine learning e all’automazione, spiega Meloni, le aziende potranno sopperire alla mancanza cronica di competenze nella cybersecurity.
Per poter superare la concorrenza, le aziende devono puntare sul machine learning e l’automazione a supporto dei propri team IT, specialmente per quanto riguarda le attività di routine.
Chi riuscirà ad automatizzare le attività più importanti trarrà vantaggio dal potersi concentrare invece sulla differenziazione competitiva, realizzando i progetti più all’avanguardia e innovativi.
Meloni ci ricorda quel mantra secondo cui la tecnologia un giorno ruberà tutti i posti di lavoro, ma in realtà per lui è l’esatto opposto: implementando l’automazione, le aziende possono mettere i propri team in condizione di lavorare meglio, dare priorità agli obiettivi più importanti e migliorare i flussi di lavoro, la collaborazione e altro ancora.
Il machine learning è in grado di estrarre in tempo reale informazioni chiave dai dati dell’organizzazione, con il risultato di migliorare tutti gli aspetti relativi alle operazioni aziendali.
Durante l’introduzione nel team di set di competenze più generali, il machine learning rafforzerà il perimetro di sicurezza imparando come si comportano gli utenti e come i dati si evolvono per stare un passo avanti rispetto alle nuove minacce, idealmente monitorando i metadati globali per rilevare e individuare attacchi ransomware e altre anomalie o comportamenti sospetti.
Secondo Meloni le aziende che lottano per trovare talenti molto specifici farebbero bene a considerare l’introduzione di competenze generali per aiutare i propri professionisti della sicurezza specializzati.
Insieme, con il machine learning e l’automazione che stabiliscono un solido perimetro di sicurezza e liberano preziose risorse di squadra, possono essere tutti vincitori.