Da Berto il divano è 2.0

Un blog, i filmati su Youtube e la vendita online. Ecco come un’azienda di mobili della Brianza utilizza la nuova Internet

“Per sentirsi continuamente stimolati a intraprendere, basta aprire la finestra e respirare l’aria che si respira qui a Meda, dove la gente è tutta casa e capannone”.
Parola di Filippo Berto, 31 anni, titolare della Berto Salotti, che quell’aria la respira sin da ragazzino, quando gran parte del tempo che strappa allo studio lo passa nel capannone dove lo zio Carlo e il padre Fioravante sin dagli anni Sessanta avevano avviato le attività di una piccola azienda artigiana produttrice di salotti, “prima per conto terzi, poi per conto proprio”.

Siamo in un territorio ad alta vocazione imprenditoriale, tutta dedita al mobile e agli oggetti d’arredo: 250 anni di storia, nel corso dei quali la cittadina si afferma, tra l’altro, come una sorta di “filiale” del gusto francese: qui i mobili in stile Luigi XV e Luigi XVI sono sempre andati per la maggiore. Negli anni Sessanta, il salto di qualità con l’espansione delle attività di design. Da allora, molto è cambiato. “Meda – ricorda Filippo – ha prima passato una fase di forte sviluppo per propagazione, cioè dipendenti che si mettevano in proprio, segnata anche dalla forte crescita dell’esportazione”. Poi, la crisi del settore tra gli anni Ottanta e Novanta ha portato le aziende più lungimiranti, quelle che hanno investito in R&S, in tecnologie e processi di qualità, a risentire di meno del ricambio generazione (l’asse ereditario che si spezza per molte aziende artigiane vuol dire semplicemente morire), ad aumentare il tasso di competitività e a rilanciarsi.

Aziende più moderne e avanzate, come appunto la Berto Salotti, guidate da imprenditori giovani, ad alta scolarità (Filippo Berto è laureato in economia alla Cattolica di Milano), capaci di leggere le tendenze del mercato, e adattare la propria azienda secondo concetti di flessibilità e agilità proprie della cultura imprenditoriale brianzola. Valori, quelli della “brianzolità”, che non mancano di ispirare giorno dopo giorno Filippo Berto: “l’etica del lavoro, la bellezza del fare, il senso del sacrificio. Non solo pecunia, insomma..”.

Oggi, la Berto Salotti conta 14 dipendenti, tutti fidelizzati (“c’è chi lavora con noi da trenta anni”), e vende i propri prodotti, costruiti esclusivamente su ordinazione in modo artigianale, in Italia e in Europa, che sono i mercati core, ma che guarda anche a regioni lontane come Cina e Giappone, Australia e Corea. Target privilegiato: l’amante delle cose belle e di qualità. Nel 1998, la prima idea tecnologica ce l’ha il padre Fioravante: perché non ci facciamo il sito? Detto e fatto: Filippo acquista il software FrontPage e, smanettando e imprecando, riesce a costruire il sito aziendale, “artigianale, ma efficace; settecento contatti in un anno, che sembravano già un’enormità”.

Nasce da quell’esperienza la grande passione di Filippo per l’informatica e il web. Software gestionale e per la progettazione, Pc e server ci sono già, arriva anche un Crm, ma soprattutto il nostro comincia a immaginare, in tempi non sospetti, attività di web marketing capaci di proiettare il marchio dell’azienda al di là di ogni confine. Il sito viene potenziato e migliorato, dando all’azienda una grande visibilità: fino a tremila visite al giorno. Il tutto fatto in casa da un team coordinato con webmaster, programmatore, art director e studio grafico. Il successo del sito si tocca con mano quando un giorno d’estate capita a Meda il redattore di un famoso quotidiano inglese, che, in vacanza in Francia, fa il viaggio apposta per acquistare un divano. Da allora, molti colleghi di quel primo “giornalista pioniere” sono diventati clienti della Berto Salotti. Alla fine del 2003, in azienda entra la rivoluzione del Web 2.0, sotto forma di un blog su piattaforma pubblica, quella di Google (divani.blogspot.com): il primo blog del settore mobili & affini.


E poi ci sono le vendite su eBay, anche se non viene ritenuto un canale particolarmente adatto per i prodotti della società, e Youtube dove si trovano 14 filmati e che si è rivelato uno strumento ottimo per mostrare la produzione di Berto.


“Il blog diventa catalizzatore di commenti e discussioni”, dice divertito Filippo Berto. Tanto che già gli balugina l’idea di una community. “Tutto il sistema produttivo brianzolo potrebbe trarre vantaggi dall’uso di questi strumenti”. Come? “Penso a un unico portale, attraverso il quale comunicare e promuovere non solo prodotti e servizi, ma anche la cultura dei nostri maestri artigiani”.

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