Come sottolinea Ookla – società specializzata in connectivity intelligence che fornisce insight basati sui dati per migliorare le reti e le esperienze connesse –, la Commissione europea ha fissato l’ambizioso obiettivo di realizzare la strategia Digital Decade 2030, nota anche come Digital Compass (Bussola digitale). Lo scopo è accelerare la trasformazione digitale degli Stati membri entro il 2030.
Uno degli obiettivi principali di questa strategia – mette in evidenza la società di connectivity intelligence – è il miglioramento della connettività digitale, che sarà misurato attraverso obiettivi specifici come i servizi a 100 Mbps entro il 2025 e la copertura gigabit per tutte le famiglie dell’UE entro il 2030.
In un approfondimento sul tema pubblicato sul proprio sito, Ookla ha analizzato i progressi compiuti finora, le disparità nella user experience e le sfide che devono essere affrontate per raggiungere gli obiettivi di connettività dell’Europa.
Tra i punti chiave dell’analisi, Ookla sottolinea innanzitutto che gli ambiziosi obiettivi della strategia del Decennio digitale europeo sono davvero elevati. I servizi a banda larga possono promettere velocità superiori a 1 Gbps, ma la realtà, afferma la società di connectivity intelligence, è che gli utenti raramente sperimentano questo livello di velocità. Tuttavia, mentre il divario tra le velocità pubblicizzate e quelle effettive per i servizi gigabit è ampio, le velocità prossime ai 100 Mbps sono molto più comuni.
Per quanto riguarda le velocità di download mediane e lo sviluppo delle infrastrutture, prosegue l’analisi, diversi Paesi europei stanno compiendo progressi sostanziali nell’offerta di banda larga ad alta velocità. Danimarca, Spagna, Francia e Romania hanno velocità di download mediane particolarmente elevate, soprattutto grazie agli investimenti nelle infrastrutture FTTH (fiber-to-the-home). Il tipo di tecnologia a banda larga utilizzata in questi Paesi (e in altri) influenza in modo significativo il divario tra velocità di download e upload, con le reti in fibra ottica che mostrano velocità più bilanciate.
Gli Alternative network provider (AltNets) svolgono un ruolo fondamentale nell’accelerare l’adozione della fibra e nell’affrontare le sfide che gli ISP tradizionali devono affrontare, sostiene Oookla. Il loro ruolo varia a seconda dei Paesi e delle regioni.
I tassi di adozione rimangono una sfida: con il completamento del roll-out della fibra in diversi Paesi, l’attenzione si è ora spostata sulla promozione degli abbonamenti alla fibra. Tuttavia, persistono alcune sfide, come la riluttanza dei consumatori e la necessità di incentivi. Un’indagine condotta nelle zone rurali della Francia – dice Ookla – ha rivelato che il 42% degli intervistati ritiene sufficiente la propria rete Internet attuale, mentre il 37% ha dichiarato che sarebbe incoraggiato a effettuare un upgrade se gli venissero offerti degli incentivi.
Secondo il report Broadband Coverage in Europe 2022, l’86,6% delle famiglie dell’UE aveva una copertura di 100 Mbps o più, ovvero aveva accesso a servizi a banda larga in grado di fornire una velocità di download di almeno 100 Mbps.
La disponibilità di reti non equivale automaticamente a tassi reali di penetrazione o adozione, ma è un prerequisito importante, sottolinea Ookla. L’accessibilità fisica ai servizi di rete è un primo passo fondamentale prima dell’utilizzo effettivo, che è influenzato da fattori quali l’accessibilità economica, la consapevolezza e la percezione della necessità del servizio.
Secondo il Digital Economy and Society Index DESI 2023 dashboard for the Digital Decade, il 55,08% delle famiglie dell’UE si è già abbonato a servizi fissi a banda larga con velocità di Internet di almeno 100 Mbps. Sebbene questo tasso di abbonamenti sia significativo e rappresenti un indicatore dei continui progressi della CE, la regione è ancora lontana dal raggiungere l’obiettivo di una copertura universale a 100 Mbps entro il 2025. Alcuni Paesi come la Spagna, la Svezia e la Romania, dove oltre l’80% delle famiglie si abbona a una banda larga superiore a 100 Mbps, hanno già compiuto progressi significativi in termini di copertura in fibra.
Tuttavia, in questi Paesi, c’è un divario significativo tra ciò che le famiglie sottoscrivono e ciò che Ookla vede dai propri dati in termini di utenti che effettivamente sperimentano velocità superiori a 100 Mbps. I Paesi Bassi, la Francia e la Germania sono i Paesi in cui si riscontra un maggior numero di utenti che hanno “velocità Internet elevate” rispetto alle velocità pubblicizzate nel loro pacchetto di abbonamento alla banda larga. Questo dato è particolarmente interessante, mette in evidenza Ookla, perché la Germania si affida ancora molto alle tecnologie di accesso ad alta velocità VDSL. Tuttavia, c’è ancora una notevole quantità di lavoro da fare prima che i Paesi possano realizzare le loro strategie per raggiungere l’obiettivo dei 100 Mbps.
L’obiettivo della CE di una connettività gigabit è certamente una delle forze trainanti per la diffusione delle reti in fibra nella regione. Finora, secondo Ookla, i progressi sono eterogenei in tutta la regione in termini di installazione e adozione delle reti in fibra.
Gli incentivi normativi favoriscono il passaggio alla fibra. Ad esempio, la Romania ha uno dei più alti tassi di penetrazione della Fiber to the Home/ Building (FTTP/B) della regione – quasi il 97,7% delle famiglie – cosa che, evidenzia Ookla, è in parte dovuto a progetti di infrastrutture fisse sostenuti dal governo, come RoNet, e all’attenzione particolare prestata alle aree rurali e svantaggiate.
Il Portogallo, che ha già ottenuto un punteggio elevato per quanto riguarda la copertura in fibra, prevede di lanciare una gara d’appalto pubblica internazionale entro la fine del 2023 per un progetto di copertura di tutte le aree non servite con reti in fibra ottica, al fine di incrementare ulteriormente la penetrazione della fibra.
Come percentuale di nuclei domestici che hanno sottoscritto un abbonamento broadband fisso da almeno 100 Mbps, in base all’indice DESI 2023 dashboard for the Digital Decade, l’Italia è leggermente al di sopra della media europea, con il 59,6%, ma è il Paese con il valore percentuale più basso di utenti che hanno effettivamente raggiunto i 100 Mbps secondo Ookla: 33,92%.
L’Italia è tra i Paesi più indietro (terzultima, davanti a Regno Unito e Germania) anche per percentuale di nuclei domestici raggiunti dalla copertura Fiber to Premise, con il 58,5%.
E il nostro Paese è fanalino di coda come velocità mediane di download e upload secondo l’indice Speedtest Intelligence di Ookla, con, rispettivamente, 63,05 e 19,31 Mbps. In confronto la Danimarca, prima in questa classifica, ha fatto registrare una velocità di download mediana di ben 196,43 Mbps, e di 109,29 in upload.
Con l’approssimarsi del completamento del roll-out della fibra in alcuni Paesi, l’attenzione si sposta sulla vendita di abbonamenti di questo tipo alle famiglie che si trovano all’interno della copertura, sottolinea Ookla. La Svezia è in testa con un tasso di adozione da parte dei consumatori dell’80,1% (percentuale di famiglie che si sono abbonate e utilizzano attivamente i servizi a banda larga in fibra ottica), ma anche Spagna, Norvegia e Francia vantano tassi elevati, superiori al 70%.
Purtroppo, anche in questo caso l’Italia è ultima in classifica, con solo il 18,1%.
L’analisi di Ookla nella sua interezza è consultabile sul sito dell’azienda.