GS1 DataBar sarà di dimensioni più ridotte ma conterrà un maggior numero di informazioni
Si chiama GS1 DataBar il nuovo codice a barre destinato ad affiancare, ma non sostituire, la simbologia Ean/Upc nella codifica nei prodotti in vendita nella grande distribuzione organizzata, a partire dal 1° gennaio 2010. Si tratta di un codice a barre lineare di dimensioni inferiori rispetto al barcode tradizionale ma con la capacità di contenere un numero maggiore di informazioni, oltre al codice identificativo del prodotto. «Grazie a queste sue peculiarità – spiega Paola Carpentiere, Project Manager Gestione e Sviluppo Standard di Indicod-Ecr – potrà essere applicato su prodotti più difficili da ‘marcare’ come quelli più piccoli, oppure gli alimenti freschi a peso variabile e gli articoli che richiedono la stampa di informazioni supplementari, ad esempio il numero di lotto, il peso, il prezzo». Utilizzando questo nuovo standard sarà inoltre possibile tracciare completamente la filiera alimentare e gestire in modo più efficace le attività di monitoraggio dei flussi logistici e di category management.
Quattro simboli per il punto di vendita
La famiglia GS1 DataBar include 7 simboli a barre con caratteristiche diverse, di cui 4 riservati ai punti vendita. GS1 ha predisposto una serie di toolkit, rivolti alle aziende della produzione e distribuzione, per l’implementazione e la gestione del GS1 DataBar sul punto di vendita. L’adozione da parte delle aziende della nuova simbologia avverrà su base volontaria. In pratica, ogni fornitore della gdo potrà decidere se applicare un codice a barre Ean/Upc o un GS1 DataBar ma non potrà stampare entrambi i codici su un singolo prodotto.
L’adeguamento delle attrezzature
La data del 2010 è stata fissata da GS1 per dare modo alle aziende di adeguare i propri sistemi di scanning e di data collection al nuovo standard. «Tutti gli scanner da banco ed i lettori più recenti sono DataBar-capable -afferma Paola Carpentiere- ma generalmente la funzione che consente la lettura del GS1 DataBar non è attiva. Le aziende della distribuzione che intendono iniziare dei test devono verificare non solo la leggibilità degli scanner, ma anche quella di altre attrezzature quali le stampanti, le bilance e il tipo di packaging utilizzato per l’imballaggio dei prodotti».