Per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro qualificato nell’It, che secondo l’Aica oggi in Italia occupa quasi un milione di lavoratori nelle aziende del settore e in quelle che utilizzano l’informatica, serve uno schema di riferimento per …
Per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro qualificato nell’It, che secondo l’Aica oggi in Italia occupa quasi un milione di lavoratori nelle aziende del settore e in quelle che utilizzano l’informatica, serve uno schema di riferimento per le competenze professionali, condiviso da imprese, enti formativi e Pa, che permetta anche di certificarle in modo autorevole e indipendente dai fornitori. Lo schema va già emergendo: è l’Eucip (European Certification of Informatics Professionals), i cui profili professionali sono oggi contemplati dalle raccomandazioni del Cnipa ai fini della valutazione delle capacità di chi propone soluzioni e servizi di informatica alla Pa.
Queste sono le conclusioni emerse nel corso del convegno “Professioni Ict: una “lezione” per il futuro”, svoltosi sul finire del 2008 a Roma presso la sede di Confindustria e promosso da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici ed Aica, il cui presidente, Bruno Lamborghini, ha ricordato che il Cepis (Council of European Professional Informatics Societies) e l’Aica negli ultimi anni hanno mobilitato imponenti risorse per costruire lo schema di riferimento Eucip, che si basa su oltre 3.000 conoscenze elementari che danno luogo ai 22 profili professionali. «Evidentemente questo syllabus va mantenuto – ha sostenuto Lamborghini nella nota – continuamente, aggiornato in base all’evoluzione tecnologica e dei relativi mestieri, e Cepis si è assunta questo compito che garantisce a livello europeo un costante allineamento allo sviluppo del settore Ict».
Alberto Tripi, presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, ha rilevato che mentre l’economia attraversa un momento di grandi difficoltà, le imprese dei servizi innovativi sono impegnate a promuovere grandi progetti-paese in grado di mobilitare risorse intellettuali e materiali.
«Per l’Italia oggi è vitale – ha osservato Tripi – dotarsi di un sistema di istruzione e di formazione professionale con eccellenze di livello internazionale per evitare le inefficienze concentrate nella polverizzazione del numero dei corsi di laurea e nella eccessiva dispersione territoriale. C’è bisogno di superare l’attuale sistema delle università di “condominio” per salvaguardare l’eccellenza e la qualità, che sono fondamentali per la crescita del Sistema Paese. Una scuola poco meritocratica genera una società poco meritocratica che porta il paese verso un sicuro declino». In un’economia reale che si lascia alle spalle le avventure della finanza virtuale, la valorizzazione dei talenti è una mossa necessaria per avviare una fase di modernità.