Per HPE, l’evento tenutosi recentemente a Barcellona, quel Discover che ha portato partner e clienti da ogni parte del Vecchio Continente, è stata l’occasione per delineare le proprie strategie a livello globale. Innovazioni tecnologiche, nuovi modelli operativi e collaborazioni strategiche, pensati per rispondere alle esigenze di un sistema economico in evoluzione che avranno riflessi anche sui mercati locali, con le declinazioni necessarie per adattarsi ai modelli economici delle diverse country. La nostra testata 01net ha avuto l’occasione di avere direttamente dal management italiano, che guidava la nutrita delegazione di partner e clienti del nostro Paese, i commenti a caldo di come gli annunci del vendor avranno impatto sul nostro mercato. Al tavolo, Claudio Bassoli, amministratore delegato di HPE Italia, Mauro Colombo, technology and innovation sales director, e Paolo Delgrosso, channel manager, ognuno con una prospettiva distinta ma complementare.
“Il mercato italiano rappresenta un contesto unico, caratterizzato da una crescente digitalizzazione, ma anche da una forte attenzione alla sostenibilità e all’efficienza – ha esordito Bassoli, dando una panoramica generale sull’impatto degli annunci potrebbe avere sul nostro Paese -. Su questa linea HPE si è distinta nel panorama italiano per il successo di progetti di supercalcolo come quello sviluppato per ENI, che ha dato vita al quinto sistema di calcolo più potente al mondo, il primo in Europa a livello industriale. Un risultato ottenuto in meno di quattro settimane grazie al metodo Fast Track, che testimonia l’eccellenza tecnologica di HPE, resa possibile anche dall’esperienza acquisita tramite l’acquisizione, nel 2019, di Cray, specializzata nel 201supercalcolo”.
Sostenibilità ed efficienza energetica alla base delle tecnologie e strategie di HPE
Supercalcolo sì, ma con una particolare attenzione verso la sostenibilità. I nuovi server di HPE sono infatti dotati di un sistema di raffreddamento interamente a liquido e progettati per ridurre drasticamente i consumi. Una caratteristica che sarà particolarmente apprezzata dalle organizzazioni italiane, le quali devono solitamente affrontare costi energetici elevati tipici del nostro mercato. Non solo per i grandi player, visto che le caratteristiche di scalabilità riescono a portare queste tecnologie alla portata anche delle aziende di piccola e media dimensione.
E la stessa strategia HPE che punta a un cloud ibrido è naturalmente tagliata per il mercato italiano, potendo offrire una combinazione di flessibilità e sicurezza, garantendo che i dati sensibili restino sotto il controllo diretto delle aziende. Un’attenzione che nel nostro Paese è particolarmente sentita, dove normative come il GDPR richiedono l’impiegio di soluzioni che assicurino la sovranità digitale, soprattutto in settori come la finanza e la sanità.
Tecnologie abilitanti ma scalabili e personalizzabili. HPE è adatta per l’Italia
“Le novità annunciate all’HPE Discovery rispondono perfettamente alle esigenze specifiche del mercato italiano, caratterizzato da una forte domanda di soluzioni personalizzate e scalabili” ha commentato Colombo, facendo riferimento al nuovo approccio al cloud storage, che spicca per semplicità e rapidità d’implementazione e le soluzioni preconfigurate, definite come “black box”, che integrano CPU, GPU, componenti di rete e layer software, rendendole operative in pochi minuti. Una modularità, declinata in taglie dalla XS alla XL, in grado di risponde alle esigenze di settori come sanità, manifatturiero e pubblica amministrazione.
Sul risparmio niente da obiettare: le imprese italiane certo non potranno disdegnare i primi server fanless completamente raffreddati a liquido, che HPE ha presentato. Un’innovazione mutuata dai sistemi di supercalcolo Cray, portando sul mercato una tecnologia che consente di migliorare l’efficienza operativa e nel contempo di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale grazie a circuiti chiusi che minimizzano il consumo d’acqua e riducono del 90% i consumi energetici rispetto ai sistemi tradizionali.
Soluzioni on-premise e hybrid cloud. Lavorare in ambienti disconnessi per una maggiore sicurezza
Per settori con esigenze di massima sicurezza, come difesa e finanza, HPE ha poi presentato le infrastrutture disconnected, che replicano le funzionalità del cloud pubblico mantenendo i dati in locale per un utilizzo “privato” delle funzionalità AI utilizzando la piattaforma GreenLake, che riesce a coniugare la flessibilità del cloud con l’affidabilità delle infrastrutture locali.
Infine, l’introduzione di HPE VM Essentials e della piattaforma LX 10.000 amplia l’offerta del vendor per le PMI. E di PMI ce ne sono tante in Italia. A loro, queste soluzioni rendendo più accessibile la virtualizzazione avanzata e standard come l’object storage S3. Soluzioni nate per supportare l’innovazione in ambiti quali backup, analisi dati e intelligenza artificiale.
Opportunità per il canale italiano. Il nuovo ruolo dei partner HPE
“I partner locali possono trarre grandi vantaggi da un ecosistema sempre più integrato e dalla collaborazione con attori globali come Deloitte – dice Delgrosso, analizzando le ricadute degli annunci di HPE Discover per il canale italiano -. In particiolare, l’accordo con Deloitte rappresenta un modello operativo che integra competenze strategiche e tecniche, offrendo ai clienti un approccio completo dalla pianificazione all’implementazione. Deloitte si occupa della fase iniziale dei progetti, fornendo analisi sul ROI e supportando la compliance normativa, mentre ai partner italiani spetta il compito di implementare le infrastrutture e le applicazioni. Un modello sinergico che consente ai partner di concentrarsi sul loro punto di forza: la conoscenza del mercato locale e l’integrazione”.
Ma per riuscire a cogliere le opportunità che l’onda della propensione delle aziende italiane alla trasformazione digitale sta portando, i partner italiani devono acquisire competenze sempre più consulenziali, oltre a quelle tecniche. La capacità di ripensare i processi aziendali, per esempio nell’ambito dell’intelligenza artificiale, sta diventando sempre più fondamentale per valorizzare le tecnologie e garantire conformità alle normative settoriali. E su questi fronti l’intervento di un partner con le giuste competenze può fare molto.
Alta particolarità che ben si cala sul mercato italiano e sulle caratteristiuche dei partner nostrani è l’adozione di modelli as-a-service, come quelli offerti da GreenLake, che rappresentano un’opportunità per proporre soluzioni flessibili e scalabili, adattabili alle diverse esigenze dei clienti, riducendo i rischi per le imprese, e offrendo ai partner nuove possibilità di business legate a servizi continuativi.