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Data center e investimenti in Italia: le previsioni dell’Associazione Ida e il commento di BCS

Luca D’Alleva, Head of Service for Cost Management Italia, Spagna e Portogallo di BCS Italia, condivide un suo commento sul quadro delineato dall’Associazione Ida che prevede investimenti per 15 miliardi di euro entro il 2028 con conseguenti 100.000 nuovi posti di lavoro nel settore data center in Italia.

Lo scenario prospettato nel corso del recente Data Center Symposium, con la concreta possibilità di vedere oltre 15 miliardi di euro investiti nello sviluppo di data center in Italia, rappresenta una svolta epocale per il nostro Paese. Non si tratta solo di una risposta alla crescente domanda di servizi digitali, ma di una vera e propria strategia per costruire le fondamenta di un’economia digitale solida e competitiva.

Luca D’Alleva, Head of Service for Cost Management Italia, Spagna e Portogallo di BCS Italia
Luca D’Alleva, Head of Service for Cost Management Italia, Spagna e Portogallo di BCS Italia

L’impatto economico va ben oltre la conseguente creazione diretta dei 100.000 posti di lavoro stimati dall’Associazione Ida. I data center agiscono come catalizzatori per l’intero ecosistema digitale, stimolando la crescita di settori correlati come la logistica, la sicurezza informatica e la manutenzione. Ma il vero potenziale risiede nell’innovazione: queste infrastrutture risultano abilitanti per tecnologie rivoluzionarie quali AI e IoT, aprendo la strada a nuove frontiere di sviluppo economico e sociale.

La sfida occupazionale richiede però un ripensamento profondo del nostro approccio alla formazione. I posti di lavoro che verranno creati spaziano da profili tecnici altamente specializzati a ruoli manageriali e di supporto operativo. Per cogliere appieno questa opportunità, dobbiamo investire in programmi di formazione mirati, in stretta collaborazione con il mondo accademico e industriale. Solo così potremo garantire che la nostra forza lavoro sia pronta per le esigenze di un settore in rapida evoluzione.

L’investimento nei data center non riguarda però solo la crescita economica, investe anche sostenibilità e responsabilità ambientale. I data center moderni devono essere progettati e gestiti con un’attenzione particolare all’efficienza energetica e all’utilizzo di tecnologie green. La transizione verso fonti di energia rinnovabile non solo riduce l’impatto sull’ambiente, ma contribuisce alla sicurezza energetica del Paese. In questo senso, i data center possono fungere da volano per la transizione ecologica dell’Italia.

Infine, non possiamo sottovalutarne l’importanza per la competitività globale dell’Italia. In un mondo sempre più interconnesso, la capacità di attrarre e trattenere aziende tecnologiche e start-up innovative è direttamente legata alla qualità delle nostre infrastrutture digitali. Investire nei data center significa posizionare il nostro Paese come hub strategico nel panorama digitale europeo, creando un terreno fertile per l’innovazione e la crescita.

In conclusione, il quadro emerso dall’evento organizzato dall’Associazione Ida ha il potenziale per trasformare radicalmente l’ecosistema digitale italiano. Ma per cogliere appieno questa opportunità, è necessario un approccio sistemico e coordinato tra istituzioni, industria e mondo accademico. Solo attraverso una visione condivisa e un impegno concreto potremo sbloccare il potenziale dei data center e costruire un futuro digitale all’altezza delle sfide del nostro tempo.

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