Il data center aziendale del futuro sarà sempre più un’infrastruttura agile, distribuita e automatizzata, capace di fornire cloud ed erogare servizi al business dove e quando richiesti. E tra core ed edge si creerà uno strato intermedio.
La sintesi è di Idc, che rileva come lo scenario data center stia attraversando una fase di trasformazione determinata da un lato dalla necessità delle aziende per le nuove applicazioni che, disegnate in modo diverso rispetto al passato, richiedono un cambiamento nella gestione dell’infrastruttura, dall’altra dalla necessità di continuare a supportare e modernizzare il mondo legacy.
Inversione del trend dei data center interni
A livello di data center interni questa trasformazione invertirà il trend della concentrazione in grandi strutture, che ha dominato negli ultimi anni.
Aziende che sono cresciute organicamente o per acquisizioni, nel corso di un ciclo standard compreso tra i quattro e i sette anni hanno concentrato i data center in nuove e più grandi facility, spesso vicine alla sede principale, con la chiusura delle location più piccole e lontane.
Con la trasformazione digitale questa tendenza di capovolge.
La mole di dati generati su più fronti sta creando grandi repository di informazioni che saranno per lo più fatti risiedere in enormi data center cloud gestiti da fornitori IaaS e SaaS o in strutture più piccole posizionate meglioo a livello geografico, in termini di latenza e risposta di servizio.
Questo renderà meno importante la costruzione di grandi centri aziendali.
Idc prevede che già nel corso del 2019 il 25% delle aziende abbandonerà il consolidamento di grandi data center a favore della modernizzazione di data center di più piccole dimensioni posizionati più strategicamente.
E l’esigenza di conservare e gestire il volume crescente di dati generati nell’edge, nel 2020 porterà il 40% delle aziende a istituire e servirsi di uno strato intermedio di data vault.
Data vaulting
Per gestire la proliferazione di dati, secondo Idc, molte azirnde adotteranno una strategia di data vaulting che permetterà di consolidare i dati in siti sicuri intermedi, spesso gestiti da colocator, senza bisogno di costruire nuove facility.
In questi siti, presso i quali si potrà accedere a consumo a pacchetti di spazio, connettività, capacità di storage e sicurezza, le aziende potranno avviare processi di pulizia e gestione dei dati immagazzinati, servendosi dell’aiuto dei colocator per gestire la rete dei vari data vault e lo spostamento dei dati tra i data vault, i data center interni e i cloud data center.
La terza fase
Quella descritta è una progressiva granularizzazione, che porterà a una terza fase, consistente l’aumento dell’impiego di tecnologie di intelligenza artificiale e machine learning per ottimizzare la gestione infrastrutturale della rete di data center, data vault e siti edge.
Idc prevede che entro il 50% degli asset IT dei data center aziendali potrà operare autonomamente grazie a tecnologie di intelligenza artificiale.
A livello centrale intelligenza artificiale e machine learning porteranno a una maggiore automazione delle operazioni per aumentare la resilienza e ottimizzare le prestazioni.
Questa tendenza sarà ancor più evidente all’edge, ove il presidio umano risulterà più limitato, se non addirittura assente.
La trasformazione del data center sarà trattata all’IDC Datacenter of the Future Conference 2019 che si terrà a Milano il 27 marzo prossimo all’Hotel Melià.