Per rispondere a esigenze di maggiore capacità e sostenere i programmi di crescita nel lungo periodo, Acronis ha deciso di affidarsi a Western Digital. Più di preciso ha scelto di usare le piattaforme di storage ibride e ad alta capacità Ultrastar Data60 e Ultrastar Data102 nei propri 14 data center a livello globale. Per l’installazione, Acronis si è avvalsa del partner tecnologico DIAWAY OÜ.
Acronis aveva bisogno di una soluzione di storage efficiente, anche da un punto di vista economico, che potesse fornire la giusta protezione dei dati e un’affidabilità costante, per far fronte a una crescente e costante domanda di storage e poter aggiungere nuova capacità nel tempo.
Ultrastar Data60 e Data102 sono sistemi JBOD SAS 12 Gb/s ad alta densità e ad alta capacità che possono essere configurati con una dotazione massima rispettivamente di 60 e 102 hard disk e un massimo di 24 di queste unità possono essere configurate come unità a stato solido (SSD) in un fattore di forma compatto, a 4U con una capacità massima di 900 TB e 1,5 PB. Queste piattaforme di storage ibride offrono la flessibilità necessaria per creare una valida combinazione tra HDD e SSD per un corretto bilanciamento tra capacità, performance e costi.
Acronis ha completato la prima fase della ristrutturazione che era stata pianificata, aggiornando la maggior parte delle sue infrastrutture a livello mondiale con le piattaforme Western Digital Ultrastar. Oggi nei suoi data center l’azienda può disporre di oltre 220 petabyte (PB) di capacità, a cui aggiungerà ulteriore nuovo spazio di archiviazione. Adottando le piattaforme Western Digital Ultrastar, Acronis ha ridotto i costi di acquisizione di spazio e di operatività, semplificando la gestione dell’impatto dello storage a livello globale. Poter disporre di un’architettura standardizzata per Acronis significa riuscire a pianificare in maniera più semplice l’allocazione delle capacità e a prevedere i costi.
Abbiamo colto l’occasione della decisione di Acronis di puntare su dei prodotti Western Digital per i suoi data center per chiedere a Davide Villa, EMEA Business Development Director di Western Digital, di approfondire un po’ il discorso sull’ottimizzazione dei data center.
Dal punto vista del fornitore, quali sono oggi le principali problematiche da affrontare quando si vuole ottimizzare un data center e in che ordine andrebbero risolte? Per ottenere quali risultati?
Davide Villa – Le criticità principali che i moderni data center si trovano ad affrontare riguardano la necessità di salvare un numero sempre maggiore di dati e al contempo di rendere gli stessi dati immediatamente fruibili. Il fornitore deve rendere disponibili piattaforme che ottimizzino la quantità della capacità di storage per rack e al contempo il costo stesso dello storage. Per ottemperare a questi due obiettivi, i fornitori tendono a fornire piattaforme con un numero sempre più’ elevato di alloggiamenti di HDD ad alte capacità.
L’aumento del numero di dischi all’interno dello stesso rack comporta però delle problematiche tecniche che se non affrontate possono portare a riduzioni significative delle prestazioni o addirittura a fallimenti, con potenziale perdita dei dati. Infatti, quando andiamo a posizionare centinaia di dischi all’interno di una piattaforma, è fondamentale gestire le vibrazioni e la temperatura. Per evitare fallimenti, gli HDD di tipo enterprise hanno al loro interno dei sensori che monitorano questi parametri. Al crescere delle vibrazioni e della temperatura, l’HDD autolimita le sue prestazioni per evitare il fallimento.
È quindi fondamentale che il fornitore delle piattaforme sviluppi e implementi delle tecnologie innovative per minimizzare le vibrazioni e ottimizzare la gestione dell’aria, per mantenere la temperatura al di sotto della soglia limite.
Quali sono invece le principali richieste da parte dei clienti? Quali sono i loro obiettivi?
DV – L’obiettivo dei clienti è similare: poter salvare sempre più dati a un costo inferiore. Purtroppo, però l’aumento della capacità di storage e la riduzione dei costi non sono due cose che vanno sempre di pari passo. Pertanto, molti più data center hanno la necessità di ripensare l’architettura dello storage stesso e adottare strategie di “software defined storage” che permettano di separare la decisione di investimento nel software di gestione dei dati dalla decisione di investimento nell’hardware. In questo modo, è possibile minimizzare il costo di entrambi le componenti e scadenzare gli investimenti in base alla reale necessità.
Che ruolo hanno oggi i partner nello sviluppo di soluzioni per i data center?
DV – Oggi più che mai, i partner devono essere dei consulenti che capiscono le richieste del cliente e lo aiutano a ridisegnare l’architettura del data center per sfruttare le nuove soluzioni tecnologiche messe a disposizione dai vari fornitori. Per svolgere al meglio questo ruolo, il partner di canale deve costantemente tenersi aggiornato sugli sviluppi della tecnologia e mantenere stretti legami con i fornitori chiave.