Analizzando 11 fattori Cushman & Wakefield ha disegnato la mappa di rischio del posizionamento dei datacenter mondiali. Cina, India e Giappone i paesi con più alea. In Europa Germania vuol dir sicurezza.
Cushman & Wakefield insieme a hurleypalmerflatt ha analizzato lo scenario mondiale dei datacenter per elaborare un indice di rischio al fine di trovare i paesi migliori in cui posizionare i datacenter, per adesso e per un futuro in cui il cloud la farà da padrone.
Lo hanno fatto miscelando le proprie discipline: il primo è votato al real estate, il secondo è orientato alla sostenibilità.
E nel farlo hanno preso in esame venti paesi (non c’è l’Italia) e li hanno valutati sulla base di undici fattori:
energia, in termini di costo per chiloWatt/ora;
disponibilità di banda (Mbps);
facilità di business;
tassazione;
mercato del lavoro;
stabilità politica;
sostenibilità;
disastri naturali;
Pil pro capite;
inflazione:
acqua, in termini di disponibilità pro capite.
Ne è emerso un ranking a quattro fasce, in cui la prima è quella con il rischio paese più basso, la quarta quella in cui è più alto.
Sono in prima fascia, in ordine di importanza gli Usa, caratterizzati da bassi costi energetici e da ambiente di business favorevole, Canada e Germania. Presenti anche Hong Kong e Regno Unito, paese in cui sono rilevati alti costi del lavoro, dell’energia e un sistema di tassazione che potrebbe invogliare gli operatori a cercare mete d’oltremare per installare un datacenter.
In seconda fascia Australia e Francia, insieme agli emergenti Qatar, Sud Africa e Svezia, che sebbene richiedano ulteriori investimenti in infrastrutture, offrono collocazioni attraenti gli investitori.
Spagna, Brasile, Russia e Singapore in terza fascia aprono la strada ai paesi dove il rischio è più sensibile. E si scopre che sono quelli in cui gli investimenti in datacenter sono stati ingenti, come l’Irlanda e la Polonia, o lo sono tutt’ora, come l’India (ultima in classifica) e la Cina, in cui sono penalizzanti le normative che regolano gli investimenti esteri. Discorso più legato ai fattori naturali è quello relativo al Giappone.
- Proteggere gli Internet datacenter con il cloud signaling
- Un datacenter fermo costa oltre 3.500 euro al minuto
- Freecooling: il freddo è vita per il datacenter
- General Motors: 130 milioni di dollari per il datacenter
- Datacenter: cinque vie alla giusta connettività
- Extreme Networks: fabric aperto per datacenter «popolari»
- Dagli «invalsi» dei datacenter esce un’Italia lontana dal cloud
- Colt ha ridisegnato i datacenter
- Come si fa un datacenter a prova di tornado: il caso Cisco
- Tiscali rinnova il datacenter con Cisco
- Come risorge un datacenter: il caso Aruba
- Quanta Co2 emette un datacenter? Lo dice uno strumento online
- Sei questioni aperte per chi gestisce un datacenter