Come preannunciato a 01net lo scorso maggio, Cynny Space ha ufficializzato l’espansione del suo network di datacenter in Italia per localizzare i dati dei propri clienti all’interno dell’Unione europea.
Il provider di servizi di cloud object storage fiorentino ha, così, allargato l’erogazione del proprio servizio a due nuovi datacenter, che vanno ad aggiungersi alla struttura francese di stanza a Lille.
Il primo, di Retelit, è situato a Bologna e offre una struttura di livello Tier 3 che si snoda su una superficie di 2.220 m², di cui 850 di sale dati, doppio accesso in fibra ottica con rete di proprietà e impianti di condizionamento e di protezione elettrica ridondati. Il secondo, di iNebula, società del gruppo Itway, è anch’esso di livello Tier 3, ed è localizzato a Ravenna.
Obiettivo: offrire una risposta concreta al sempre più sentito tema della localizzazione dei dati sul territorio italiano cogliendo, al contempo, le opportunità offerte da un concreto processo di digitalizzazione che sta spingendo a un’adozione sempre più elevata delle tecnologie cloud anche le aziende del nostro Paese.
Disaster recovery e ridondanza geografica
Tradotta in risultato, la nuova architettura di server dislocati in posizioni geografiche diverse sul territorio permette ora a Cynny Space di ampliare l’offerta con programmi di disaster recovery e di fornire, al contempo, un servizio di ridondanza geografica sul territorio nazionale utile ad assicurare il costante accesso ai contenuti da parte dei clienti cloud.
Una mossa utile, infine, anche a livello di “regulation”, considerata l’imminente entrata in vigore del Gdpr emesso dalla Commissione europea per rafforzare e unificare la protezione dei dati personali entro i confini dell’Ue.
I vantaggi di rivolgersi a un cloud provider 100% europeo
Come puntualizzato da Andrea Marchi, Ceo di Cynny Space: «Con la Corte di Giustizia europea che ha bollato come illegale il protocollo di trasferimento dati Safe Harbor e i feedback di clienti che ritengono fondamentale poter custodire i dati nel proprio Paese, restiamo convinti che affidarsi a un provider europeo in grado di garantire il rispetto dei parametri della privacy possa consentire alle aziende di evitare incertezze, migrazioni future e costi supplementari».