DataCore Software ha pubblicato i risultati 2024 della sua indagine annuale sullo Stato dello Storage dei Dati, condotta dalla società di ricerca indipendente DirectResearch. La ricerca, che ha raccolto contributi da oltre 540 professionisti dei dati in tutto il mondo – provenienti da Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi e Australia – ha messo in luce le principali tendenze che stanno plasmando il futuro dello storage dei dati e l’uso dell’intelligenza artificiale (AI). Da oltre un decennio, DataCore commissiona simili indagini annuali sullo storage, ma questa è stata la prima a concentrarsi specificamente sull’AI.
“I risultati di quest’anno evidenziano la crescente pressione sulle organizzazioni per modernizzare le infrastrutture di storage in risposta ai rapidi sviluppi dell’AI e a una gestione dei dati sempre più complessa,” ha affermato Abhi Dey, Chief Product Officer di DataCore. “Esiste un divario significativo tra le capacità di storage attuali e quelle necessarie per rimanere competitivi. DataCore si impegna a colmare questo divario con soluzioni di storage flessibili e pronte per l’AI, che garantiscono le prestazioni e la sicurezza richieste dagli ambienti IT odierni. Questo consentirà alle organizzazioni di sfruttare i dati come un asset strategico, mantenendo resilienza e agilità di fronte alle crescenti esigenze digitali”.
I principali risultati dell’indagine di Datacore
- Le lacune nelle capacità di storage e gli ostacoli nella gestione
Oltre la metà (54%) dei partecipanti preferisce mantenere i dati in data center locali o in strutture distribuite, evidenziando sfide quali:
- Carenza di funzionalità essenziali nello storage – Il 90% degli intervistati ha indicato che alla propria infrastruttura di storage mancano funzionalità critiche, specificando che le lacune più urgenti riguardano l’elevata disponibilità (26%), prestazioni dello storage adeguate (25%) e protezione dei dati contro le manomissioni (23%). A queste tre principali preoccupazioni seguono altre due sfide considerate critiche da oltre un quinto degli intervistati: la quarta riguarda l’espansione della capienza di storage e l’aggiornamento dell’hardware senza dover interrompere l’erogazione dei servizi (22%), seguita da un’operatività intelligente dello storage che sfrutti l’AI (21%).
- Semplificazione della gestione e riduzione dei costi – Gli intervistati hanno indicato che semplificare la gestione dello storage è il miglioramento più richiesto (il 37% desidera una gestione più semplice delle diverse tipologie di storage). Allo stesso tempo, per mantenere i costi competitivi, vogliono però evitare di essere vincolati a un unico fornitore: il 31% ha espresso il desiderio di poter ridurre i costi dello storage cambiando fornitore di hardware in modo flessibile quando necessario.
- Impatto dell’AI sulle organizzazioni
Attualmente, il 57% delle organizzazioni interpellate utilizza internamente l’intelligenza artificiale, con una percentuale molto più alta, pari al 69%, negli Stati Uniti. I principali reparti interni che fanno uso dell’AI sono l’IT (60%), il marketing (37%) e il servizio clienti (30%). Tuttavia, solo il 27% del totale si è dichiarato “estremamente sicuro” che la propria gestione dei dati e lo storage attuali siano in grado di gestire i carichi di lavoro legati all’AI, mentre il restante 73% ha indicato livelli di fiducia variabili tra “moderatamente sicuro” e “per nulla sicuro”.
- Cresce tra le incertezze l’utilizzo dell’AI – Oltre metà degli intervistati ha dichiarato di utilizzare l’AI all’interno della propria organizzazione, ma quasi il 73% non è sicuro che la propria infrastruttura possa gestire l’impatto attuale dell’intelligenza artificiale, per non parlare di quello futuro, poiché il 58% degli intervistati prevede un aumento dell’adozione dell’AI. Molti continuano a esprimere preoccupazioni riguardo alla gestione del suo impatto futuro, con solo il 19% che si è detto “estremamente sicuro” di poter gestire l’uso dell’AI con la propria infrastruttura attuale. L’86% prevede difficoltà per la propria infrastruttura di storage nel supportare i carichi di lavoro legati all’AI, attuali e futuri. In cima alla lista delle principali preoccupazioni per i dati generati dall’AI figurano: la sicurezza dei dati (54%), la privacy dei dati (47%) e l’integrità e la conformità dei dati (32%).
- Le capacità dell’AI nella gestione dello storage dei dati
Allo stesso tempo, gli intervistati da DataCore sono stati interrogati sulle loro intenzioni (attuali e future) di integrare l’AI direttamente all’interno della loro infrastruttura di storage, con il 69% che si è dichiarato interessato a farlo. L’AI sembra destinata a ricoprire un ruolo sempre più importante nel migliorare l’efficienza e le prestazioni dello storage. Sono stati indicati diversi motivi principali per implementare capacità di AI nello storage dei dati: tra questi, l’automazione delle attività di storage ripetitive (43%), un’operatività intelligente dello storage (43%), una gestione più efficiente dello spazio (39%) e l’individuazione di potenziali risparmi (38%). Si prevede che l’AI nello storage contribuirà a semplificare operazioni complesse, ottimizzare l’uso delle risorse e permettere alle organizzazioni di affrontare le esigenze prestazionali con maggiore agilità e precisione.
I risultati del sondaggio di DataCore rivelano tendenze e sfide cruciali che stanno plasmando il futuro della gestione dei dati, con un focus su storage e AI.