Notizie di stampa hanno, nei giorni scorsi, riportato il caso di alcune ragazze vittime di un particolare tipo di “deep fake”, cioè video e immagini realizzati attraverso delle app che consentono di trasformare il volto, la voce e il corpo delle persone, creando veri e propri “falsi”. Le ragazze si sono ritrovate, a loro insaputa, “spogliate” su Telegram dopo che alcuni utenti avevano manipolato le loro foto usando un programma informatico – derivato da un software chiamato “DeepNude” – disponibile sul canale social e che impiega l’intelligenza artificiale per ricostruire l’aspetto che avrebbe il corpo sotto gli indumenti.
Preoccupato per gli effetti prodotti dal software e dalla sua diffusione tra gli utenti del social, il Garante per la protezione dei dati personali – composto da Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia, Guido Scorza – ha deciso di aprire un’istruttoria nei confronti di Telegram, social già oggetto di un’attività di verifica da parte dell’Autorità.
Le gravi lesioni alla dignità e alla privacy a cui l’uso di un software simile espone le persone, soprattutto se minori, sono evidenti, considerati anche il rischio che tali immagini vengano usate a fini estorsivi o di revenge porn e tenuto conto dei danni irreparabili a cui potrebbe portare una incontrollata circolazione delle immagini, fino a forme di vera e propria viralizzazione. La facilità d’uso di questo programma rende, peraltro, potenzialmente vittime di deep fake chiunque abbia una foto sul web.
Il Garante chiederà a Telegram di fornire informazioni, al fine di verificare il rispetto delle norme sulla protezione dei dati nella messa a disposizione agli utenti del programma informatico, nonché di accertare l’eventuale conservazione delle immagini manipolate e le finalità di una tale conservazione.
Oltre all’avvio dell’istruttoria, il Garante sta valutando ulteriori iniziative per contrastare gli usi illeciti di questo tipo di software e contenere gli effetti distorsivi del più ampio fenomeno del deep fake.