È un flusso ininterrotto di pittura elettronica da trasmettere allo spettatore in un dialogo diretto quello messo a punto da Davide Coltro, artista che fruttando le nuove tecnologie di trasmissione dei dati digitali, ha gettato le basi per System, il quadro del futuro le cui icone digitali si rifanno ai generi classici della pittura, dallo studio di figura alle nature morte passando da ritratto e paesaggio.
Da anni al centro dell’attenzione di diverse realtà museali nazionali e internazionali Coltro considera, infatti, le proprie opere come delle vere architetture sociali in continua evoluzione.
Da qui la scelta di creare, attraverso il “Quadro Elettronico”, una nuova forma d’arte in continuo sviluppo. Al suo interno, innovazioni di uso comune come Internet e il controllo remoto via Wi-Fi si abbinano a un processore matematico, che permette alla pittura cangiante fatta di pixel e codice binario di autogenerarsi assumendo diverse dimensioni e forme.
Un “terminale artistico remoto” che partecipa alla vita sociale dando vita al “quadro del nostro tempo” con dimensioni che vanno dallo schermo di uno smartphone fino ricoprire le grandi superfici degli edifici pubblici per diventare “Quadro Elettronico Urbano”.
Obiettivo dei System, che collegato all’autore gli consentono di moltiplicare la propria presenza e di lanciare il suo messaggio: catturare lo spettatore e coinvolgerlo in un viaggio dove le micro-mutazioni sulle superfici elettroniche sfidano l’occhio più attento.
Tecnologie attente allo stato dell’arte
Non senza un software per la diagnostica e il controllo remoto da installare in ognuna delle proprie opere, a partire da “Res_pubblica I°”, il progetto artistico messo a punto per la 54^ Biennale di Venezia del 2011.
La scelta è caduta su TeamViewer che, per tutti e sei i mesi della manifestazione internazionale, ha consentito all’artista di gestire ben 96 quadri elettronici che dovevano funzionare contemporaneamente.
Sempre con TeamViewer, dal proprio studio di Milano Coltro è in grado di monitorare il funzionamento delle opere che si trovano in vari musei nel mondo e che, dal punto di vista tecnico, sono dei terminali senza operatore. Una sorta di “porta segreta” alla quale accedere, quando necessario, per sostituire file, eseguire test oppure effettuare aggiornamenti di sistema anche mentre le opere sono in funzione e gli spettatori le stanno guardando.