Francesco Bellentani, Senior Solution Architect di Backbase, società specializzata in ambito Engagement Banking, mette in luce gli approcci chiave per supportare la trasformazione digitale delle banche italiane.
Nell’era della digitalizzazione, non ci si chiede più “se” intraprendere un percorso di trasformazione digitale, ma “come” farlo. Come creare valore per la propria banca? E come rispettare i tempi e i budget previsti? Sono solo alcune delle domande che molte grandi banche in Italia si stanno ponendo. E se non lo stanno facendo ancora, presto saranno costrette a farlo, sia per scelta sia per circostanze esterne. D’altronde, secondo l‘Osservatorio Fintech & Insurtech 2023, attualmente il 66% dei clienti italiani usa almeno un canale finanziario digitale ed il 57% uno mobile.
La modernizzazione tecnologica è ormai inevitabile, ma ogni progetto è unico e richiede considerazioni specifiche riguardanti le diverse tecnologie, gli ecosistemi di partner, le richieste degli utenti finali, le competenze tecniche interne, le normative locali e molto altro. Non esiste una soluzione universale per risolvere tutti i problemi.
In Italia, le banche si trovano spesso davanti a una scelta difficile: optare per soluzioni complete, che offrono pacchetti chiavi in mano ma con poca flessibilità, o sviluppare soluzioni in-house su misura, che richiedono investimenti significativi in termini di tempo e risorse, senza garantire un vantaggio competitivo durevole.
Spesso la soluzione presa in considerazione dalle banche è la costruzione da zero di un sistema custom per avere la libertà di creare valore per la banca stessa, investendo tuttavia in servizi di base necessari ma di nessun valore aggiunto, o di utilizzare sistemi chiavi in mano che però non consentono di portare valore. Tuttavia, non è indispensabile partire da zero o vincolarsi a soluzioni rigide; si può optare per una piattaforma che offra servizi base già pronti, permettendo alla banca di sviluppare esclusivamente ciò che apporta un reale valore aggiunto.
Come suggerisce McKinsey, ci sono tre opzioni percorribili, ciascuna con i propri vantaggi e svantaggi: la sostituzione totale (big bang), l’approccio greenfield e la modernizzazione progressiva. La scelta del percorso più consono può permettere alla banca di migliorare la customer experience e di rinnovare completamente i propri sistemi. In dettaglio:
Sostituzione Totale (Big Bang). Quando si pensa alla modernizzazione delle infrastrutture tecnologiche, spesso si immagina il metodo “big bang”. Questo approccio audace può impressionare azionisti e clienti, consentendo alle banche di rinnovare l’interfaccia utente, i sistemi core e le integrazioni contemporaneamente. Ideale per le banche con sistemi che necessitano di un’urgente sostituzione o con ampi margini di tempo per completare il progetto, il “big bang” comporta però notevoli rischi. È molto dispendioso in termini di tempo e risorse, e il risultato potrebbe essere obsoleto già al momento del lancio. Richiede un impegno enorme, soprattutto da parte dei team interni, ed è il più costoso tra le tre opzioni percorribili.
Approccio Greenfield. Se l’obiettivo principale è la velocità e la rapida generazione di valore, l’approccio greenfield è la scelta ideale. Riutilizzando elementi dell’infrastruttura esistente, le banche possono creare rapidamente uno stack tecnologico nativo in cloud, risparmiando tempo e denaro, e riducendo il rischio di interruzioni nelle operazioni quotidiane. Tuttavia, ci sono rischi reali associati a questa metodologia. L’approccio greenfield mira a testare nuove tecnologie e proposte per i clienti, con la possibilità di fallimenti totali. Questo metodo è particolarmente utile per le grandi banche che desiderano creare nuove offerte o sub-brand, eliminando i problemi legati ai sistemi legacy. Un esempio è “Finn by Chase” di JPMorgan Chase.
Modernizzazione Progressiva. La modernizzazione progressiva è l’opzione intermedia che offre velocità e costi medi, ma con rischi significativamente inferiori. Questo approccio è adatto alla maggior parte delle banche. Non è perfetto per tutte, ma i suoi vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi, rendendolo la scelta migliore nel complesso. La modernizzazione progressiva consente di riprogettare i percorsi dei clienti e creare valore immediato attraverso cambiamenti incrementali e miglioramenti iterativi. Le banche possono modernizzare i percorsi dei clienti più importanti e i processi sottostanti, mitigando i rischi e massimizzando il valore sia per i clienti sia per l’azienda. Con il partner tecnologico adatto, questa strategia risulta meno impegnativa di quanto ci si potrebbe aspettare. Reinventando il proprio modello operativo, l’istituto finanziario sarà pronto a sfruttare le proprie capacità intrinseche, rendendole riutilizzabili e interoperabili.
In conclusione, la modernizzazione progressiva sfrutta appieno la realtà applicativa esistente senza stravolgerla: le banche possono iniziare implementando una singola funzionalità e successivamente sviluppare ulteriori servizi, tutti basati sulla stessa tecnologia e quindi integrati perfettamente con quanto già realizzato.
D’altronde, l’unico modo che le banche hanno per differenziarsi realmente dalla concorrenza è attraverso un’innovazione costante e incrementale. In questo modo sarà possibile offrire non solo un’esperienza clienti migliorata, ma rendere allo stesso tempo le operazioni di routine pronte per le sfide di domani.