L’ultimo rapporto semestrale di World DAB, organizzazione che si occupa della promozione globale della DigitalRadio, rivela che i ricevitori DAB+ venduti nei 10 maggiori mercati mondiali in Europa e Asia (Pacifico) hanno raggiunto la soglia dei 71 milioni di pezzi con un incremento del 22% rispetto al primo semestre 2017.
I mercati europei più maturi sono quello britannico (oltre 37 milioni di radio DAB+), tedesco (11,8) e norvegese (5,6). Ricordiamo che nel paese scandinavo è già stato completato lo switch-off delle radio analogiche nazionali mentre quelle private avranno ancora 5 anni di tempo per passare al digitale.
In Italia ci sono 3,7 milioni di radio DAB+, sia a casa sia nel 46% delle nuove auto in vendita. La copertura delle reti ha raggiunto l’80% della popolazione (era il 65% nel 2013) e il 95% delle autostrade (6.500 km). La penetrazione domestica si limita però a un misero 4%, ben al di sotto di quella registrata in Norvegia (83%), Regno Unito (64%), Germania (17%) e Francia (8%), nonostante l’offerta sia tra le più ricche d’Europa.
Le reti radiofoniche nazionali trasmettono sia in analogico sia in digitale ma alcuni contenuti sono disponibili solo su DAB+, DTT e/o SAT. Anche le emittenti locali stanno investendo molto nel digitale (250 i programmi disponibili a fine luglio) nonostante l’assegnazione dei bacini per la sperimentazione proceda lentamente.
Ricordiamo che, in base alla norma contenuta nella Legge di Bilancio 2018, dal 1° gennaio 2020 tutti gli apparecchi radio in vendita sul territorio nazionale, comprese le autoradio aftermarket e quelle integrate negli autoveicoli (infotainment), dovranno obbligatoriamente avere anche il tuner DAB+.