L’articolo numero 89 della Legge Finanziaria 2018, intitolato “Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G”, ha in questi giorni scatenato un putiferio tra gli utenti Tv, che ha fatto muovere anche il Codacons e ha indotto a intervenire il Ministero dello sviluppo economico nel tentativo di “calmare le acque”. Il motivo? L’implicita conferma del passaggio dall’attuale protocollo di trasmissione DVB-T al nuovo DVB-T2 a fronte della necessità di liberare la gamma di frequenza a 700 MHz, che dovrà essere ceduta al nuovo protocollo 5G elemento cardine delle future infrastrutture di trasmissione mobile. Come termine temporale affinché tali transizioni avvengano (sia quella dal DVB-T al DVB-T2 sia quella dei 700 MHz dalle trasmissioni Tv a quelle mobili) è stato scelto il mese di giugno del 2022.
La notizia in sé non è una novità, già da anni si sa che la modalità di trasmissione Tv attuale deve evolvere e che il 5G dovrà occupare la banda dei 700 MHz. E anche che ciò dovrà avvenire entro il 2022. La finanziaria non ha fatto che ratificarlo. Il problema sta nel fatto che non c’è un legame diretto tra le due cose, nel senso che la cessione della banda al 5G non obbliga il passaggio dal DVB-T al DVB-T2: semplicemente si è deciso di far coincidere la migrazione del 700 MHz al 5G (obbligatoria perché imposta dalla Comunità Europea) con l’altra, che, viene invece affiancata alla necessità dei broadcaster di “riposizionare” le proprie frequenze di trasmissione a causa della necessità di abbandonare la banda dei 700 MHz.
Un decoder per il DVB-T2
Quello che però ha fatto insorgere gli utenti Tv è che per vedere le trasmissioni nel formato DVB-T2 serve un tuner specifico, che la stragrande maggioranza dei televisori presenti oggi nelle abitazioni non ha. Infatti, pur consapevoli della prossima transizione da un protocollo all’altro, i costruttori di Tv hanno messo in commercio solo dallo scorso anno prodotti già dotati del tuner DVB-T2, mentre da gennaio di quest’anno tutti i modelli in vendita devono obbligatoriamente essere dotati di tale decoder.
Va da sé che chi non ha un Tv recente, dalla data dello switch al nuovo DVB-T2 (il termine è giugno 2022, ma molto probabilmente la transizione avverrà entro tale termine in modo parcellizzato come è successo per il passaggio al digitale terrestre) per continuare a vedere le trasmissioni si dovrà dotare di un decoder. A questo punto viene da chiedersi: visto che le prime trasmissione in DVB-T2 sono state fatte nel 2010 e in Italia abbiamo fatto il passaggio all’analogico al digitale terrestre nel 2012, perché non è stato adottato sino da subito il DVB-T2?
Attenzione all’HEVC
C’è comunque da aggiungere una postilla non da poco: il passaggio al DVB-T2 comporterà l’adozione del protocollo di compressione HEVC (High Efficiency Video Coding) che consente migliori prestazioni nella trasmissione dei segnali in alta definizione, permettendo di gestire con un unico MUX fino a 5 canali in Full HD (1080p) o 11 in HD (720p o 1080 i). Le massime prestazioni HEVC le consente se usato con tecnologia a 10 bit. Da gennaio 2017 è obbligatorio che ogni Tv sia dotato anche di HEVC, ma sinora solo pochissimi modelli usano il formato a 10 bit mentre la maggior parte usa il formato a 8 bit. Se per il 2022 i broadcaster opteranno per i 10 bit, chi ha un Tv con HEVC a 8 bit potrebbe non vedere alcuni canali e quindi di nuovo si renderà necessario l’acquisto di un decoder.
Gli incentivi del Governo
Il governo è cosciente del fatto che lo switch da DVB-T a DVB-T2 obbligherà moltissimi utenti a dotarsi di un decoder e per questo ha già previsto uno stanziamento di 100 milioni di euro (da distribuire in 4 tranche da 25 milioni ciascuna a partire dal 2019) come incentivo all’acquisto di tale decoder. Si tratta però di una cifra calcolata sulla base di un prezzo di acquisto di 25 euro per ogni dispositivo, ovvero sul minimo possibile. E comunque, ammettendo che un decoder costi davvero 25 euro, solo 4 milioni di utenti potranno adeguare il proprio Tv con lo stanziamento previsto, mentre si stima che i televisori che dovranno adottare un decoder sono alcune decine di milioni.
Meglio aspettare
Al momento la situazione è piuttosto caotica e ancora alcune decisioni devono essere prese (come la tecnologia HEVC da usare). Le uniche cose certe sono la transizione dal DVB-T al DVB-T2 e la data entro cui ciò dovrà avvenire. Inoltre, rispetto a quanto accaduto con il passaggio dall’analogico al digitale terrestre, sarà una transizione più repentina che non durerà anni ma solo alcuni mesi (le previsioni dicono 6 mesi).
Ma ciò avverrà un lasso di tempo di alcuni anni per cui, prima di gettarsi nell’acquisto di un decoder e o di un nuovo Tv, meglio lasciare passare un po’ di tempo e capire bene quale decisione prenderanno i broadcaster per far fronte alla perdita della banda a 700 MHz: con la velocità con cui evolve la tecnologia oggi, potrebbe anche essere adottata qualche nuova tecnica sinora non prevista. In più, nel 2022 ci saranno anche i mondiali calcio, che, anche se si terranno in novembre, saranno sicuramente un’ottima occasione per sfruttare interessanti promozioni.
Ma se si usasse apposto del digitale terrestre la fibra?
Scusate una domanda se dovessi acquistare una tv DVBT2 con HEVC A 10 BIT non dovrei avere problemi se optassero x quello a 8 BIT. oppure potrebbero sorgere altri problemi. Grazie anticipatamente della risposta.
Se hai quello a 10 bit sei a posto
Infatti, pur consapevoli della prossima transizione da un protocollo all’altro, i costruttori di Tv hanno messo in commercio solo dallo scorso anno prodotti già dotati del tuner DVB-T2
MA QUANDO MAI ! siamo nel 2019 e 98 % delle tv in vendita non sa neanche cos’e’ il dvbt2 !
A questo punto viene da chiedersi: visto che le prime trasmissione in DVB-T2 sono state fatte nel 2010 e in Italia abbiamo fatto il passaggio all’analogico al digitale terrestre nel 2012, perché non è stato adottato sino da subito il DVB-T2?
Semplice , perche’ l’Italia e un paese del 3zo mondo che vorebbe far vedere di essere industrializzato , ma poi i fatti smentiscono e come !
L’unica cosa che ha di evoluto l’italia sono le tasse altissime , e la grande politica che va sempre a sfavore dei lavoratori.
Meglio aspettare
Decisamente si , si fa un putiferio allucinante per il dvbt2 ( a ragione visto l’ignoranza di quelle capre che chiamiamo politici)
ma nel ricordare che in italia i canali dopo piu di 6 anni continuano ancora a cambiare frequenza ogni settimana il dvbt2 qui non si vedra prima del 2040. Quindi non c;e; molto da preoccuparsi