Ready Informatica rivendica il proprio focus sul supporto e la competenza alla risoluzione delle esigenze dei clienti. Ma anche la propria "indipendenza" dal numero dei brand
Giugno 2005, Distributori? Un po’ riduttivo come termine per definire
le attività di Ready Informatica. Il presidente della società,
Domenico Lorefice, ci tiene a sottolineare il concetto e lo
porta a elemento distintivo per non accomunare il business della sua azienda
con quello di chi vende prodotti. «Abbiamo la passione per la tecnologia
che richiede un certo impegno – confessa -. Non potendo e non volendo
fare i box mover, preferiamo scegliere ciò che ci può tenere impegnato
il cervello. Una passione che troviamo anche tra i Var e i system integrator
che lavorano con noi, e noi li supportiamo nella creazione dei progetti da destinare
ai loro clienti. Pur stando molto attenti a non sostituirci a loro».
Servizi che fidelizzano
Un’attenzione dovuta per Ready Informatica, che punta alla fidelizzazione
dei propri partner, un centinaio i fedelissimi e circa 600 gli attivi, i quali
possono attingere alle risorse del distributore, sia tecniche, sia commerciali.
Oltre ad avere a disposizione una struttura di training per conseguire le certificazioni
di alcuni dei vendor a listino, Citrix in primis. A questo brand, di cui Lorefice
asserisce di detenere il 65% del mercato in Italia, si aggiungono, nel listino
del distributore, altri marchi, quali Sofricity, Res PowerFuse, Wyse, ChipPc,
Compumaster, Logico e altri.
Ma Lorefice non sembra essere avido di brand: «Non abbiamo intenzione
di allargare ulteriormente il listino ad altri marchi. Anzi, credo che in futuro
ci sarà un ridimensionamento degli stessi, perché con l’evoluzione
dei prodotti, il rischio è di avere sovrapposizioni. Quello a cui puntiamo
– insiste – non è offrire il maggior numero possibile di prodotti
ai nostri partner, ma renderli in grado di proporre ai clienti la loro capacità
di interpretare le esigenze che mostrano. E noi siamo al loro fianco. Anche
se i nostri partner, per primi, devono imparare a dare un valore al valore che
possono offrire. Non si può essere alla mercè degli uffici acquisti
dei clienti. Bisogna imparare a valorizzare le capacità progettuali,
che non si vendono a peso».