Le quattro leve per dare forza al libro elettronico: Iva uniforme, copyright equo, standard di compatibilità e spinta istituzionale.
Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea responsabile per l’Agenda digitale ha parlato alla Fiera del Libro di Francoforte concentrando il proprio intervento sugli e-book.
Lo ha fatto da “amante del libro”, come si è autodefinita in chiusura che è convinta che Internet e i social network non siano alternativi alla lettura, ma complementari.
Iva da uniformare
Compiamo un passo indietro nel discorso fatto e analizziamone i punti cardine.
Sono quattro e il primo parte dall’Iva.
Pur non facendo percentuali, Kroes si è detta consapevole del fatto che molti stati Ue applicano un’imposizione fiscale al libro elettronico che lo penalizza di fronte a quello cartaceo. E anche contrariata: non sa spiegarsi del perché accada e gira la questione ad Algirdas Semeta, il commissario per la fiscalità e l’unione doganale.
Tutela dei diritti
Secondo tema: il copyright. Per Kroes si dovrà arrivare a un sistema che contemperi le esigenze di tutti: autori, editori e lettori. Non spiega come si potrà fare, ma getta il sasso nello stagno aprendolo anche ai contenuti visuali e citando il recente caso Premier League, relativo alla sentenza della Corte di giustizia Ue che ha rilevato come contrario al Trattato europeo il divieto di utilizzare decoder card in un paese diverso da quello di emissione.
Trasparenza e spinta istituzionale
Terzo punto: la compatibilità degli standard. I contenuti veicolabili su e-book devono essere trasparenti: fornitori e dispositivi non dovranno frapporre ostacoli tecnologici alla distribuzione e fruizione.
Infine, c’è un ruolo anche per le autorità: quello di orientarsi a creare con tutti i mezzi la domanda di contenuti digitali.