È di questi giorni la decisione annunciata dalla divisione della società di consulenza svizzera di diventare, a tutti gli effetti, una realtà privata e del tutto indipendente.
11 giugno 2002 Deloitte Consulting
diventerà una società di consulenza privata e indipendente. Tira così un sospiro
di sollievo quella destinata a divenire l’ex casa madre Deloitte Touche Tohmatsu
che, dopo aver assistito alcuni mesi fa alla separazione dei servizi offerti
dalla sua unit, rispetto ai propri, aveva mostrato un certo imbarazzo nella
gestione di quest’ultima per via dei possibili conflitti d’interesse. Un
imbarazzo dettato anche dal clima di sconforto e sfiducia che sembra permeare il
mercato della consulenza dopo lo scandalo Enron-Arthur Andersen, ma mitigato
dalla positiva reazione all’annuncio di Deloitte Consulting, da parte degli
analisti di mercato, Dataquest in testa. Stando agli accordi raggiunti, gli
azionisti di maggioranza di quella che diventerà una realtà privata e
indipendente sarà in mano dei partner di Deloitte Consulting, mentre Touche
& Tohmatsu sarebbe intenzionata a mantenere, almeno inizialmente,
una quota di minoranza. Ciò che appare chiaro agli analisti di mercato, però, è
che qualora l’ex casa madre continuasse a presenziare, anche in maniera minima, all’interno della ex business unit, gli utenti potrebbero percepirla in
maniera negativa. Per forza di cose, Deloitte Consulting non potrebbe operare
come una filiale privata di Deloitte Touche Tohmatsu, anche perché, così,
andrebbe vanificato lo sforzo dettato dalla volontà di separarsi l’una
dall’altra. Qualora i diversi soggetti chiamati a decidere dovessero
esprimersi a favore della scissione in questione – che coinvolgerà 15mila
dipendenti dislocati in 33 Paesi al mondo – Deloitte Consulting potrebbe
divenire una realtà a sé stante già entro la fine di quest’anno. Naturalmente,
la prima, diretta conseguenza sarebbe la modifica del nome e del brand della
società. E, a quanto pare, la strada intrapresa da Deloitte potrebbe ben presto
essere imboccata anche da PricewaterhouseCoopers, Kmpg ed Ernst&Young
International, estremamente intenzionate a prendere le distanze dalla rispettive
divisioni dedicate alla consulenza. Quanto successo ad Arthur Worldwide, non c’è
dubbio, ha fatto scuola.