E ora chiamatela Fujitsu Technology Solutions

Dal primo aprile è uscita di scena Siemens. L’ad italiano alla guida di una regione da 1,3 miliardi di euro. Focus su storage, server e servizi.

Ha retto per oltre 10 anni la joint venture europea tra Fujitsu e Siemens in ambito computer, ma dal primo aprile Siemens uscirà di scena e Fujitsu ne acquisterà la quota valutata in circa 450 milioni di euro.

La nuova realtà che nasce da Fujitsu Siemens Computers (Fsc) sarà un’azienda autonoma, con un ruolo ben definito all’interno del Gruppo Fujitsu, dove confluirà, assumendo solo il nome Fujitsu, a cui verrà aggiunto sotto al logo una dicitura che ne identifica l’area di competenza, che però è ancora in fase di definizione, come ci spiega in questa intervista Pierfilippo Roggero, chiamato a giocare un ruolo di primo piano nella riorganizzazione avviata dalla società.

Infatti, oltre a essere presidente e amministratore delegato dell’Italia, guiderà anche una delle sei regioni in cui è stata suddivisa la struttura commerciale, nello specifico la Southern & Western Europe, che comprende oltre all’Italia, Francia, Iberia e Benelux, un’area che complessivamente fattura circa 1,3 miliardi di euro con 1.200 persone.

Le altre regioni sono: Northern Europe (Gran Bretagna, Irlanda e Paesi Baltici), South Eastern Europe (Austria, Svizzera, Ungheria, Sud Est Europa, Grecia e Turchia), Germania è a se stante, North Eastern Europe (Russia e Cis, Polonia e Repubblica Ceca) e infine Middle East & Africa (India, Medio Oriente e Africa).

Da un po’ di tempo Fsc sta proseguendo su un percorso di rinnovamento dell’offerta, sempre più orientato al valore aggiunto e ai sevizi, che si è rafforzato nel 2007 con l’incorporazione dell’area Servizi di Siemens Informatica, e questo impegno viene ribadito da Roggero: «La nostra missione è di diventare sempre di più un’azienda focalizzata sull’area infrastrutturale. Offriamo, quindi, non solo la parte di prodotti tecnologici ma anche quella delle soluzioni e dei servizi, compresi quelli gestiti. In particolare, ci stiamo sempre più concentrando sul mercato delle aziende, dalle Pmi alle grandi imprese, con tutto il portfolio necessario, che va dai pc ai grandi server, all’offerta dei servizi gestiti che comprendono anche la parte relativa al virtual desktop piuttosto che la gestione dei data center. In quest’ultimo ambito ci proponiamo con tutta l’area sia architetturale che di infrastrutture. In particolare, nell’ambito storage, siamo presenti sia con una nostra proposta, che si chiama CentricStor, sia con soluzioni di nostri partner, come Emc e NetApp, alle quali si aggiungerà ben presto anche la piattaforma Eternus di Fujitsu, frutto del nuovo contesto allargato in cui operiamo. In realtà, in quasi tutte le linee di prodotto ci sarà un arricchimento con l’offerta del gruppo, sia in termini tecnologici che di soluzioni e servizi».

Un’altra area di attenzione, in quanto critica per le aziende, ricordata dal manager è quella delle postazioni di lavoro, soggette a rinnovamenti ogni 3/4 anni e a costi elevati di manutenzione. Per cui uno degli obiettivi su cui le aziende si stanno muovendo è quello di dotare i propri dipendenti di un client virtuale e accentrare le attività sul server.

«Guardando al futuro – prosegue Roggero – questa mossa permetterà agli stessi dipendenti di utilizzare gli strumenti che vogliono, per cui questa è un’area dove abbiamo un’offerta già definita e credo tra le migliori sul mercato. Con il concetto della virtualizzazione, inoltre, si prescinde dal sistema operativo che viene utilizzato, per cui non si ha più l’obbligo di fare gestione e manutenzione dei client come avveniva in passato».

Questo approccio rientra nell’ambito della strategia Dynamic Infrastructure avviata da Fsc, nella quale troviamo anche l’offerta di Infrastruttura as a service, «che consente la gestione da remoto dei nostri server – spiega Roggero – che peraltro sono già dotati al loro interno del tool specifico Server View, che verrà ulteriormente ampliato quando dal primo di aprile la nostra offerta si integrerà con quella di Fujitsu. L’approccio as a service consente di avere un continuo monitoraggio sull’andamento dei server, delle applicazioni e quindi di evidenziare eventuali malfunzionamenti, di poter spostare i carichi da un server all’altro, il tutto in modo trasparente per l’utente, che paga in base all’utilizzo dei sistemi».

Un altro fronte su cui Fujitsu Siemens è attiva da tempo, è quello del green It. L’attenzione in quest’ambito non è ancora molto sentita dal mercato, in quanto molto spesso i costi correlati al consumo energetico rientrano sotto voci di costo diverse da quelle che vengono gestite dai budget It. «Proprio per questo stiamo creando delle figure consulenziali che possono fare delle valutazioni legate ai consumi dei data center e agli impatti sull’ambiente, per far capire quali benefici si possono ottenere se si interviene con sistemi di nuova generazione».

La nuova società che nascerà in aprile manterrà la leadership mondiale su ricerca e produzione in due aree tecnologiche: quella legata all’offerta storage e alla parte server, con la linea Primergy che va dal server entry monoprocessore ai blade. Per cui le fabbriche che vengono utilizzate in Europa rimarranno attive e produrranno per tutto il mondo, «a conferma del ruolo importante che viene riconosciuto alla nostra realtà per lo sviluppo del gruppo» conclude Roggero.

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