È pari a 18 miliardi di dollari il fatturato perso ogni anno dagli ecommerce, a causa di carrelli riempiti e poi abbandonati: secondo dati del Baymard Institute, il 70% degli acquirenti, infatti, abbandona il carrello durante il pagamento, mentre il 26% finalizza l’acquisto nell’ecommerce di un competitor.
Ma perché gli e-consumer, dopo aver scelto accuratamente i prodotti da comprare, finiscono per abbandonare il carrello, magari pieno? E cosa possono fare i merchant per evitarlo?
A provare a dare una risposta a tali quesiti è Unguess, la piattaforma di crowdsourcing che mira a fornire test efficienti e insight reali per consentire ai leader di prendere decisioni efficienti.
“Per massimizzare le performance del proprio ecommerce, l’esperienza utente deve essere fluida, semplice e rapida, soprattutto quando si tratta di completare i pagamenti. È proprio in fase di pagamento, infatti, che molti utenti desistono dall’acquisto, soprattutto da smartphone.
Secondo una ricerca del Baymard Institute, il 70% degli e-consumer abbandona da desktop, l’86% da mobile e l’81% da tablet. Percentuali non indifferenti, che devono far capire ai merchant quanto l’attenzione e l’ottimizzazione del sito web sia fondamentale”, spiega Alessandro Caliandro, Product and Design Lead di Unguess.
Perché gli utenti di ecommerce lasciano il carrello pieno?
I tassi di abbandono del carrello variano a seconda del settore. Secondo i dati raccolti da Salecycle, il tasso globale medio di abbandono del carrello nel 2020 corrispondeva all’81,08%: per i viaggi 87,08%, per la moda 84,43%, nel retail 77,01% e nel servizi 75,80%.
- Nel settore moda, il 34% stava “solo dando un’occhiata” e non era quindi ancora pronto a comprare; il 23% ha riscontrato problemi nel processo di spedizione; il 18% voleva confrontare vari prezzi e offerte prima di finalizzare l’acquisto; il 15% ha preferito effettuare l’acquisto direttamente in negozio; il 6% ha abbandonato il sito nella pagina di checkout a causa di limitate opzioni di pagamento e infine il 4% ha riscontrato problemi tecnici.
- Per quanto riguarda il turismo, il 39% ha preferito prolungare il processo di ricerca prima di finalizzare l’acquisto; il 37% ha trovato i prezzi eccessivamente alti oppure desiderava semplicemente continuare a confrontare i costi per trovare l’offerta migliore; il 21% voleva continuare a confrontare diversi siti di viaggi; il 13% ha trovato il processo di prenotazione troppo lungo e la procedura di checkout complicata; il 9% ha riscontrato problemi tecnici; il 7% ha riscontrato problemi con al momento del pagamento oppure ha abbandonato il sito a causa delle limitate opzioni di pagamento.
Le ragioni di abbandono del carrello durante il checkout
Ma quali sono le ragioni per cui c’è questa barriera tra l’utente e la finalizzazione dell’acquisto?
“Sappiamo che le problematiche possono essere sia di tipo tecnico sia di usabilità e ne abbiamo individuate alcune: costi extra troppo alti (spedizione, tasse ecc..) (49%); necessità di creare un account (24%); consegna troppo lenta (19%); scarsa affidabilità del sito per effettuare il pagamento (18%); checkout troppo lungo o complicato (17%); costi aggiuntivi al checkout (17%); malfunzionamento del sito web (12%); la politica dei resi non è soddisfacente (11%); pochi metodi di pagamento (7%); la carta di credito è stata rifiutata (4%)”, prosegue Valeria Cruciani, UX/UI Designer ad Unguess.
Il pagamento è un momento cruciale: il 90% dei consumatori esige un metodo di pagamento che sia prima di tutto sicuro; il 45% abbandona il carrello se teme che il pagamento non lo sia.
“Nell’ecommerce la fase di pagamento è sicuramente quella più delicata del percorso d’acquisto perché viene richiesto all’utente di rilasciare i propri dati bancari. È un momento cruciale per la fiducia dell’acquirente verso il sito nel quale sta acquistando“, spiega Gloria Ferrante, Responsabile Marketing Italia di PayPlug.
Tre best practice per evitare l’abbandono del carrello
Al primo posto, analizzare le aspettative degli utenti, il loro comportamento nell’utilizzo del prodotto digitale e la loro soddisfazione.
Al secondo posto, raccogliere dati quantitativi per avere una visione a 360° dei flussi all’interno del prodotto.
Infine, sulla base degli insight raccolti, progettare prodotti in grado di coniugare efficienza, efficacia e soddisfazione con un approccio human-centered.