Effetto downpricing: quanto durerà?

Prezzi in calo per prodotti e tecnologie di base. Ma non scenderanno all’infinito e le nuovità in arrivo richiederanno un potenziamento di memorie e dotazioni

Le ostilità le aveva aperte Dell solo poche settimane fa, annunciando non semplicemente il suo ambizioso obiettivo di scalzare Compaq dal primo posto della classifica dei primi fornitori di pc, ma anche una strategia fortemente orientata al prezzo.

In realtà le dichiarazioni più o meno bellicose di Dell non sono che la punta di un iceberg di un fenomeno di downpricing che sta effettivamente interessando tutti gli ambiti della microinformatica e che diventa visibile anche per gli utenti finali. Tanto da far sorgere spontanea la domanda: ma quanto durerà?

Negli Stati Uniti il fenomeno è stato analizzato sia in termini numerici, sia in termini prospettici e i risultati danno davvero da pensare.
Dallo scorso autunno a oggi i prezzi dei personal computer sono scesi del 30% da settembre ad aprile, con punte del 45%. Addirittura, in alcuni punti vendita, i modelli entry level dello stesso produttore sono passati da un anno all’altro da un prezzo di 1.000 dollari monitor incluso, a poco più di 650 dollari. Ma non di solo entry level si tratta: anche per quanto riguarda i modelli high end, i prezzi medi di vendita sono passati in un anno da 2000-2500 a 1000-1500 dollari. Per non parlare dei monitor Lcd, che, come abbiamo avuto già modo di sottolineare in altre occasioni, hanno subito un effetto downpricing dell’ordine del 30% trimestre su trimestre, tanto che oggi monitor di qualità da 15” vengono venduti a un prezzo vicino ai 500 dollari. Quanto alle memorie, solo pochi giorni fa si sottolineava come i prezzi fossero calati addirittura dell’85%.

Chi ringraziare? Per i monitor, il calo dei prezzi è da ascrivere a un eccesso di produzione che ha portato l’offerta in qualche caso a superare la domanda. Per quanto riguarda invece i sistemi veri e propri, qualche merito se lo prende Intel, i cui P4 sono oggi commercializzati a prezzi tutto sommato ragionevoli. Qualche merito se lo prendono i principali vendor, che stanno dettando un po’ le regole del gioco e che puntano più al market share che al profitto. E qualche merito se lo prendono gli stessi rivenditori, che per chiudere l’affare e conquistare un cliente (che potrebbe significare molto in termini di servizi e supporto) tendono a incentivare gli acquisti con promozioni e bundle, forse non diversamente da quanto accadeva solo pochi anni fa.

Ma torniamo alla domanda iniziale: quanto durerà? Anche in questo caso le regole del gioco sono chiare. Una volta scesi, i prezzi non tendono a risalire. Però esiste anche un limite fisiologico al di sotto del quale non possono scendere. Per questo forse il momento buono per acquistare è proprio questo, a meno che non si sia in attesa di una tecnologia specifica o di un prodotto particolare. Windows Xp potrebbe essere la chiave di volta. Richiedendo maggiore potenza e maggiore memoria non alzerebbe il prezzo medio di vendita, ma obbligherebbe l’utente ad acquistare di più.

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