Nessuna casualità nella scelta del nome: Salesforce ha deciso di chiamare Einstein la sua piattaforma di intelligenza artificiale che viene integrata in alcuni dei suoi servizi cloud: Sales Cloud, Service Cloud, Marketing Cloud, Analytics Cloud, App Cloud, Commerce Cloud, Community Cloud, IoT Cloud.
Un annuncio che si accompagna alla costituzione, all’interno dell’organizzazione aziendale, di Salesforce Research, una unit specializzata proprio nel deep learning e nella gestione del linguaggio naturale, nella quale operano 175 data scientist.
Per altro, negli ultimi due anni, la società ha acquisito otto startup, tutte attive nel segmento dell’intelligenza artificiale, per avere le competenze necessarie al proprio interno.
Si tratta di una decisione logica: Salesforce dispone di moltissimi dati, un materiale grezzo indispensabile per lo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale.
A cosa serve Salesforce Einstein?
Nelle sue prime implementazioni e integrazioni, Einstein si presenta come un assistente per tutte quelle figure di vendita, di marketing e di servizio che utilizzano le soluzioni Salesforce.
Einstein ha accesso a moltissime fonti di dati, dai contenuti delle email ai calendari, dai tweet alla chat, oltre naturalmente a tutti i dati di cui un’azienda dispone per ciascun cliente, che restano naturalmente riservati e non condivisi con altre realtà.
Uno dei servizi, ad esempio, è un “Predictive Lead Scoring”, in grado di valutare quali lead hanno maggiori probabilità di trasformarsi in un deal o in una vendita.
Alcune delle funzionalità saranno disponibili come parte di licenze esistenti, per altre sarà invece richiesta una sottoscrizione addizionale.
Ulteriori informazioni su Einstein verranno rilasciate a fine ottobre, in occasione del meeting annuale che la società organizza a San Francisco.
