Secondo il Rapporto Eito 2001, tra i settori trainanti della Net Economy spicca il mobile commerce, un mercato che, solo in Europa, arriverà a valere 86 miliardi di euro nel 2005. All’Italia il ruolo di protagonista?
Con una previsione di 175 milioni di utenti e ricavi
superiori agli 86 miliardi di euro solo in Europa entro il 2005, il mobile
commerce risulta il mercato più promettente del momento.
Almeno secondo
quanto si evince dal rapporto Eito 2001 (European Information Technology
Observatory), quest’anno significativamente intitolato: “Mobile Business,
contenuti e banda larga. Le opportunità della Net Economy per l’Italia”. Secondo
lo studio, il segmento di mercato destinato a guidare lo sviluppo mondiale dei
prossimi cinque anni è quello relativo all’accesso a Internet e alle transazioni
commerciali e di servizio effettuate tramite telefonia mobile.
E se l’Europa
giocherà un ruolo da assoluta protagonista in questa partita, l’Italia sembra
destinata a svolgerne uno altrettanto importante: sono infatti oltre 32 milioni
gli utenti previsti per una penetrazione pari al 53% dell’intero mercato, e 15
miliardi di euro in termini di ricavi generati.
Non
dimentichiamo infatti che con oltre 260 milioni di utenti di telefonia mobile,
destinati a diventare 430 entro il 2003, lo scenario europeo presenta grandi
opportunità. Secondo le indicazioni contenute nel rapporto di quest’anno, però,
per risultare vincente il virtuale dovrà sapersi gradualmente affiancare e non
sostituire al reale. L’affermazione di nuovi modelli di business richiede
infatti una trasformazione complessa non solo delle aziende, ma anche
dell’economia e della società stesse in cui ci si trova a operare.
Non a
caso, tra i problemi evidenziati nel rapporto Eito 2001, spicca quello dello
skill shortage a conferma che, anche per il 2000, la grave carenza di risorse
qualificate in Europa si è tradotta in un ammanco pari a 1,87 milioni di unità
lavorative, il 13% della domanda totale.
E le prospettive non sembrano
migliorare: i dati proiettati al 2003 registrano un aumento progressivo del
fenomeno indagato a 3,85 milioni di addetti, pari al 18% della domanda
complessiva, di cui 400mila solo nel nostro Paese.
Allo sviluppo del
m-commerce in Europa, pur avvolto in un contesto ancora incerto circa i tempi di
diffusione delle tecnologie a banda larga, contribuirà sensibilmente l’area
consumer, rispetto a quella business. Secondo le stime infatti i servizi per
l’area consumer potranno contribuire per oltre il 60% al totale dei ricavi
derivanti dal mobile commerce. In quest’ambito, la concorrenza sembra
focalizzarsi più sul fronte dell’applicazione e del server che non su quello
della rete e del terminale. Inoltre, così come non è ancora chiaro l’utilizzo di
Sim o di smart card, non è ancora stato possibile identificare quale sarà il
ruolo dei diversi attori, siano essi operatori di rete, content e service
provider, oppure organizzazioni finanziarie.
Quel che appare chiaro ai
realizzatori del rapporto è che l’Italia, a fronte di una penetrazione di
telefonia cellulare in voce, ma anche in Sms estremamente avanzata rispetto alla
media europea, è candidata a svolgere un ruolo chiave nello sviluppo di
applicazioni e servizi in quello che è considerato uno dei settori maggiormente
trainanti della Net Economy.