Emc mette lo storage al sicuro da errori

Pronta una soluzione per la gestione automatizzata di guasti ed errori su San Fibre Channel

Riuscire a intervenire immediatamente quando si verifica un malfunzionamento della rete San non è un’utopia. I responsabili dello storage, però, sanno che non è cosa facile, perché troppo spesso i meccanismi di allerta sono “stupidi” e avvertono genericamente della presenza di una condizione anomala, senza dare indicazioni precise su dove si debba intervenire.

A questo problema ha tentato di dare una risposta Emc, che ha fatto propria la tecnologia di network management rilevata con l’acquisizione, lo scorso anno, di Smarts e l’ha trasferita sulle reti storage.

Ne è nato un sistema agent free, ovvero che non richiede la presenza di agenti intelligenti posti sull’hardware e i dispositivi di rete, battezzato Smarts Storage Insight for Availability, che sfrutta il software di gestione dello storage proprietario (ControlCenter) per automatizzare l’analisi delle cause e l’impatto dei problemi di disponibilità nell’ambito di una San Fibre Channel.
«Questo permetterà di ridurre sensibilmente il downtime e i tempi medi di intervento e risoluzione dei guasti – ha chiarito Renato Simone, marketing manager di Emc -. Lo strumento funziona trasformando migliaia di eventi confusi in una griglia di relazioni causa-effetto che, immediatamente, correla un accadimento alla topologia della rete e ai dispositivi associati, permettendo di individuare in pochi istanti l’area di intervento».

Al momento, chiarisce il manager, la soluzione è in grado di monitorare e correlare tra loro i guasti che accadono all’hardware proprietario (in particolare ai sistemi Symmetrix e Clariion), oltre che agli switch e alle adapter card dell’host bus «ma in futuro, chiaramente, crescerà il supporto per l’hardware e il software di terze parti», ha precisato il manager.

In pratica, il sistema sfrutta il modello semantico di dati proprio della tecnologia Smarts per mappare i dispositivi, le relazioni e i comportamenti lungo le reti IP e SAN.

La soluzione identifica i problemi e i loro impatti attraverso i domini tecnologici e, grazie a una correlazione degli eventi, stabilisce con precisione quale sia l’elemento compromesso.

«Data la complessità delle infrastrutture It delle aziende – ha concluso Simone –un singolo guasto in un dominio può provocare una valanga di allarmi e duplicare i trouble ticket attraverso le infrastrutture di rete, di storage e applicative. La correlazione cross domain permette di stabilire con rapidità se il problema esiste nell’infrastruttura IP o nella SAN Fibre Channel e di far intervenire l’amministratore corrispondente».

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