L’assistente vocale non arriverà a breve, ma solo quando tutti saranno sicuri che possa fornire un reale valore aggiunto ai clienti. Entro l’anno arriveranno invece offerte di smart home e intanto Enel sta cercando di fornire maggiore intelligenza ai propri uffici con un po’ di sensori utili per ottimizzare la logistica e orientare la disposizione dei team di lavoro a seconda del necessario grado di riservatezza e tranquillità necessario per i propri lavori. E poi c’è la sperimentazione di una soluzione per l’accesso tramite smartphone, gestire la navigazione interna in caso di problemi o se qualcuno si sente male. Sul fronte dell’Iot Enel sta collaborando con Intel e Amazon per la realizzazione di soluzioni per il consumer, industria e mobilità da lanciare entro l’anno. Ma soprattutto Marco Barra Caracciolo, cio di Enel, parla di un’azienda che sta cambiando pelle sotto la spinta di un settore energetico passato dalla tranquillità di alcuni anni fa alla velocità attuale.
“Abbiamo bisogno di semplificare la nostra organizzazione” ha recentemente raccontato Barra Caracciolo intervenuto all’Artificial intelligence at work 2016 organizzato a Milano da Assist, rivelando che in Enel, vista la velocità del cambiamento, l’amministratore delegato non accetta progetti con un ritorno superiore a due anni.
Alla ricerca di velocità e scalabilità per adeguare la potenza ai picchi di utenza Enel, dove l’It lavora a stretto contatto con il business e l’area tecnologica viene vista non come un servizio ma quasi come una linea di busioness, ha deciso di passare al cloud ibrido. Così in 14 mesi ventimila serventi e le applicazioni che stavano all’interno sono stati portati su Amazon e SoftLayer Ibm. Delle oltre 1.600 applicazioni esistenti si è deciso di chiuderne il 40% utilizzando soluzioni Saas e poi rivolgendosi a Salesforce e Sap “che stiamo portando verso Hana”. In tutto, in questo momento, sono attivi 21 progetti in giro per il mondo di trasformazione del Crm.
Uno sforzo gigantesco che non ha tralasciato l’aspetto interno, quello dei dipendenti. Così, visto che in azienda convivono quattro generazioni, si è cercato di unificare le competenze digitali con un programma di assesment “che ha individuato quattro profili da analogico ad hacker” con una serie di corrispondenti corsi di formazione. “Questo ci ha permesso di scoprire che non sempre i più giovani sono i più innovativi”. Il percorso di formazione ha riguardato tutti e per le posizioni di vertice prevede che ogni responsabile sia affiancato da un mentor, uno dei dipendenti scelti per le competenze digitali. L’idea è di andare verso il digitale pensando in digitale e non cercando di salvaguardare quanto fatto fino a oggi. Spinti dalla velocità del cambiamento, ma attenti perché Enel è un colosso che non può muoversi con leggerezza.