La società recupera terreno, ma anche per il secondo trimestre dell’esercizio fiscale in corso riporta perdite nette per 3,5 miliardi di corone svedesi e annuncia la riduzione di altri 5mila posti di lavoro. Il ritorno all’utile? Non prima del 2003
19 luglio 2002 Proseguono le manovre di
Ericsson per ridurre i propri debiti e superare la crisi che da tempo interessa
il mercato mobile mondiale. Ma i frutti non sembrano intenzionati a maturare se
non a partire dal 2003, data in cui il produttore di reti mobile conta di
tornare all’utile. Per il momento, invece, la società riporta il settimo
risultato consecutivo in perdita, annuncia il taglio di altri 5mila posti
di lavoro e riduce le previsioni di vendita delle proprie apparecchiature
di rete. Il secondo trimestre dell’anno fiscale in corso si è, infatti, chiuso
con perdite prima delle tasse pari a 3,5 miliardi di corone svedesi, mentre le
previsioni di vendita dei propri sistemi mobile sono state ulteriormente ridotte
del 15%, rispetto a quel -10% preventivato dalla stessa Ericsson lo scorso
aprile. E non è finita qui. Il vendor svedese fa sapere che, in riferimento al
2002, anche la joint-venture siglata con il produttore giapponese Sony nel
mercato dei telefoni cellulari, Sony-Ericsson appunto, potrebbe riportare
risultati finanziari in rosso. Solo al termine del Q2 2002 la società avrebbe
commercializzato cinque milioni di telefoni cellulari, rispetto ai 5,8 del
trimestre precedente, riportando perdite per 800 milioni di corone svedesi su
vendite per 8,8 miliardi.