La società svedese manca le precedenti previsioni e chiude il Q1 2002 con perdite nette per 3,7 miliardi di corone svedesi e l’annuncio di nuove riduzioni al personale
Dopo Nokia e Motorola è ora il turno di
Ericsson. La società svedese ha, infatti, annunciato un primo trimestre con
risultati finanziari inferiori alle aspettative, e si prepara a lanciare un
profit warning sulla chiusura di fine anno. Ma non è tutto. Kurt Hellstrom, Ceo
della società, fa sapere che un ritorno all’utile non è atteso, se non prima di
un non meglio precisato momento nel prossimo 2003, e che la difficile situazione
finanziaria costerà, presumibilmente, il posto a un sostanziale numero di
dipendenti. E a quanto pare, quel ‘sostanziale’ potrebbe tradursi in altri
17mila posti di lavoro in meno, che Ericsson dovrà, molto probabilmente,
licenziare da qui alla fine del prossimo anno. Non a caso, nel primo
trimestre dell’anno fiscale 2002, i ricavi della società sarebbero crollati
complessivamente del 26%, fino a raggiungere quota 37 miliardi di corone
svedesi, pari a 3,67 miliardi di dollari. Le perdite nette riportate sarebbero,
invece, nell’ordine dei 3,7 miliardi di corone svedesi, rispetto ai 400 milioni
riportati, sotto forma di profitto, nel medesimo periodo dell’esercizio
precedente. Stando alle ultime previsioni rese note dallo stesso
Hellstrom, durante l’anno in corso, il business connesso ai sistemi mobile
dovrebbe registrare un decremento del 10%. A quanto pare la flessione riguarderà
l’intero mercato, per il quale, entro fine 2002, è prevista una vendita di
dispositivi cellulari compresa tra i 400 e i 420 milioni di unità.
Meglio,
invece, le cose sul fronte della joint-venture siglata con la giapponese Sony,
visto e considerato che, alla fine del primo trimestre del nuovo anno fiscale,
Sony Ericsson avrebbe commercializzato 5,8 milioni di telefoni cellulari,
producendo vendite per 10,3 miliardi di corone svedesi.