Esprinet, Itway e Cdc: riportiamo i loro andamenti e i loro futuri interessi. Particolari per certi versi, soprattutto per chi guarda verso l’Europa
Aprile 2005, Fra una Esprinet che ha proseguito indisturbata la sua
corsa e un’Itway che ha confermato di vivere un ottimo momento, l’attenzione
di molti è andata a Cdc (oltre, ovviamente alla notizia boom di Algol).
I trionfi di Esprinet si contano e non solo sui bilanci. Il distributore di
Nova Milanese ha chiuso con ricavi consolidati per 1,509 miliardi di euro, in
crescita del 15% rispetto agli 1,315 miliardi di euro del 2003. L’Ebitda
(margine operativo lordo) è salito a 51,5 milioni di euro, con un aumento
del 35% dai 38,2 milioni di euro del 2003. L’indebitamento finanziario
netto a fine 2004 è sceso a 30,8 milioni di euro (78,1 milioni di euro
a fine 2003, con un miglioramento superiore al 60%).
L’obiettivo del debito zero si fa sempre più reale. I risultati di bilancio
hanno dato ulteriore spinta al titolo che, al momento in cui scriviamo (marzo),
viaggia sopra i 54 euro dopo avere toccato anche quota 61.
Il mercato ha ormai capito che della società guidata da Alessandro
Cattani si può fidare, tanto che Jp Morgan asset management
ha assunto una partecipazione rilevante del 2% nella società. Il 2004
di Esprinet è stato un anno per certi versi interlocutorio, che dovrebbe
sfociare in un 2005 dove, forse, potrebbero essere messe le basi per l’espansione
europea.
In Europa invece ci è già andata Itway che ha pubblicato i dati
pro forma dell’anno solare 2003 e 2004 (che comprende l’esercizio di nove mesi
al 30 settembre 2004 più il primo trimestre 2004/2005) che registrano
un valore della produzione di 87,3 milioni di euro (+43%), un Mol di 4,3 milioni
(+37), un Ebit di 2,6 (165%) e un risultato ante imposte di 2,3 milioni di euro
(+169%).
In crescita comunque e ancora
Al 31 dicembre 2004 la posizione finanziaria netta del gruppo è di 2,5
milioni di euro. Sull’onda di questi risultati ha iniziato bene anche
questo periodo visto che il primo trimestre dell’esercizio, che va dai
primi di ottobre 2004 al 30 settembre 2005, evidenzia già un valore della
produzione pari a 27 milioni di euro, in crescita del 33,5% rispetto all’analogo
periodo del 2003.
Note un po’ meno liete arrivano, invece, da Cdc. La società toscana ha
registrato ricavi per 556,8 milioni, rispetto ai 594 del 2003. Se si escludono,
però, gli effetti delle commesse Consip, i ricavi al 31 dicembre 2004
risultano in crescita di oltre il 3%.
Il margine operativo lordo è stato di 26,9 milioni di euro rispetto ai
28,7 milioni di euro del 2003 e il reddito operativo è stato di 17,1
milioni, sostanzialmente invariato rispetto ai 17,6 del 2003.
In forte crescita è il risultato ante imposte che raggiunge 14,1 milioni
di euro contro i 11,7 milioni di euro, anche per effetto dei minori oneri finanziari.
Il riferimento alle commesse della società pubblica è motivato
dal fatto che proprio il calo di Consip e la debolezza delle vendite retail,
secondo quanto affermato dalla società, non hanno permesso a Cdc di raggiungere
il target. Per questo oltre a sperare che nel 2005 Consip sia un po’ più
attiva rispetto allo scorso anno, Giuseppe Diomelli presidente
del gruppo ha dato il via al progetto Superstore che dovrebbe comprendere l’apertura
di un paio di punti vendita entro l’anno. Visto il Natale fiacco dei negozi
di Computer Discount (ma anche i mesi precedenti non erano stati esaltanti),
la società toscana ha urgente bisogno dei nuovi mega punti vendita che
andranno a fare concorrenza a un colosso come Media World che ha qualche anno
di vantaggio su Cdc. Ma il mercato dell’elettronica di consumo sta tirando e
non a caso Diomelli in questi mesi ha chiuso alcuni importanti accordi di distribuzione.
Il mercato a questo progetto sembra crederci visto che il titolo a fine novembre
era a 9,7 euro e oggi ha passato gli 11 euro. L’interesse è dimostrato
anche dal fatto che la società ha collocato presso fondi istituzionali
l’8,9% del capitale.
