La lotta contro la posta spazzatura necessità di un fronte comune. Ma c’è un problema. L’Europa ha scelto l’opt-in e gli Stati Uniti l’opt-out. Urge rimedio
18 luglio 2003 La lotta contro lo spam potrebbe
unire Europa e Usa. A differenza delle divergenze che dividono Vecchio
Continente e Stati Uniti in altri campi, la guerra contro la posta spazzatura
potrebbe portare a una collaboorazione fra Unione europea e
Congresso.
Partendo dal presupposto, come ha dichiarato Erika Mann
membro del parlamento europeo, che “senza un accordo internazionale il
problema non sarà mai risolto” si punta ad armonizzare le due legislazioni.
Le differenze, però non sono da poco.
Il parlamento europeo nel maggio
dello scorso anno ha varato una legislazione antispam scegliendo il
principio dell’opt-in, che consiste nell’invio di poosta a utenti
consenzienti. Completamente opposta la scelta del congresso
americano che sembra puntare sull’opt-out, l’invio di posta non
sollecitata dagli utenti.
Tra l’altro, secondo Spamhaus che monitora il
fenomeno, nel mondo circa il 90% dello spamming è inviato da meno di duecento
persone. Quasi tutte americane che spesso risiedono a Boca Raton in Florida.
Senza contare che i software anti-spam spesso arrivano proprio dagli
Usa