A colloquio con Andrea Iacomussi, sales manager della filiale italiana. L’Expo come evento tecnologico, con un occhio ai flussi delle comunicazioni e un altro alla sostenibilità.
L’Expo 2015 è un evento planetario e uno dei più grandi che l’Italia si sia mai trovata a dover gestire. Perché dunque non provare a farlo in un’ottica di sviluppo sostenibile? Ne è convinta Avaya, che intende porre proprio la tutela ambientale al centro del suo possibile contributo al tema Expo.
“Al momento Avaya non è direttamente coinvolta sul progetto – spiega il Sales Manager della filiale italiana Andrea Iacomussi – ma si propone come interlocutore per tutto quanto riguarda l’impatto ambientale. In altre parole, vogliamo portare il nostro contributo per valutare insieme agli organizzatori quale sarà l’impatto delle evoluzioni tecnologiche sull’ambiente”.
Due sono gli atout che Avaya intende giocare in questa occasione. Da un lato l’essere una green company, vale a dire gli investimenti fatti negli ultimi cinque anni non solo per migliorare l’efficienza energetica dei suoi prodotti, ma anche per promuovere l’interoperabilità tra piattaforme e sistemi differenti. Dall’altro le esperienze fin qui maturate nell’ambito della convergenza e dei flussi di comunicazione.
“In un’occasione come quella dell’Expo – prosegue Iacomussi – trovano spazio istanze che, migliorando il flusso delle comunicazioni, consentano nel contempo la riduzione del consumo cartaceo. Parimenti, trovano spazio istanze come il telelavoro, così come tutte le soluzioni che sappiano coniugare la nomadicità con la necessità di mantenere relazioni a distanza”.
In questo senso, importanti sono le esperienze maturate in questi anni da Avaya nell’ambito delle comunicazioni tra la Pubblica Amministrazione e i cittadini.
“In questo caso, fondamentali sono le tecnologie di raggiungibilità per chi si muove, per dar vita a nuovi servizi al cittadino per consentire un flusso informativo ottimizzato da e verso i Comuni e le Regioni. Sarà fondamentale che questi flussi informativi siano quanto possibili personalizzati. E quando dico personalizzati penso a un bacino di utenza potenziale compreso tra i 10 e i 30 milioni di utenti”.
Avaya si pone dunque in una visione prospettica, impegnandosi a lavorare con le amministrazioni locali su tre temi principali: turismo, attrattività e ricettività.
Dalla sua l’esperienza già maturata in Germania per i Campionati del Mondo di Calcio del 2006.
“In quell’occasione Avaya ha realizzato una rete di comunicazione convergente fisso-mobile, sulla quale sono stati gestiti un traffico voce e dati di oltre 21 mila miliardi di byte, 800.000 minuti di chiamate su telefonia Ip, 364.395 chia¬mate telefoniche Ip e 642.538 connessioni da parte di utenti finali”.
Non si è trattato solo di far transitare sulla rete le comunicazioni tra i funzionari, i giornalisti, i volontari, le autorità in visita, gli arbitri, i tifosi e i giocatori, ma anche di trasmettere dati applicativi fondamentali: per comunicare i risultati delle partite, convalidare ed emettere gli accrediti per i giocatori e per i membri della stampa, per seguire i movimenti dei materiali e dei beni inventariati, per gestire i trasporti e la logistica, per gestire le questioni riguardanti la sicurezza dell’evento. Un’esperienza che, in vista di Expo 2015, si fa best practice.