Indiscrezioni Usa vorrebbero l’accordo possibile, soprattutto per una Facebook intenzionata a rafforzarsi sul mobile.
Secondo voci che si stanno facendo più insistenti in queste ore negli Stati Uniti, Facebook sembrerebbe intenzionata a valutare l’ipotesi di acquisire Whatsapp, popolare servizio di messaggistica gratuita.
Si tratta di indiscrezione, che la momento non trovano alcuna conferma nelle parti interessate: non è dunque dato di sapere né a che punto siano i colloqui, tantomeno quale potrebbe essere il valore della transazione.
L’ipotesi non pare certo peregrina agli osservatori di mercato, anzi.
Più di un analista ha sottolineato la congruenza tra l’ipotesi di acquisizione e la necessità, più volte manifestata dallo stesso Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, di mantenere una salda presa con gli utenti mobile, indispensabile per espandere e rafforzare la base di iscritti.
Zuckerberg, del resto, lo aveva detto: dopo aver raggiunto il traguardo del miliardo di utenti attivi ogni mese, diventa cruciale raggiungere il secondo attraverso una attenta strategia che guardi ai 5 miliardi di possessori di telefoni cellulari presenti nel mondo.
Whatsapp potrebbe essere un buon ponte: il servizio copre 100 Paesi, 750 reti mobili e sei piattaforme (iOS, Android, BlackBerry, Nokia S40, Symbian e Windows Phone) e dichiara 100 milioni di utenti attivi al giorno, con un traffico che un anno fa si attestava sul miliardo di messaggi nelle 24 ore.
Con queste cifre, e soprattutto tenendo in giusta considerazione anche le ambizioni di crescita della stessa Whatsapp, che sta cercando traduttori in oltre trenta lingue differenti, una liaison tra le due realtà sarebbe comunque sensata.
L’unico problema, che al momento separa le due vision, è lo scarso gradimento di Whatsapp per la pubblicità.
Scarso gradimento, a essere precisi, sarebbe quasi un eufemismo, dal momento che il cofondatore della società, Jan Koum, ha più volte esplicitamente dichiarato la sua avversione nei confronti del lavoro ingegneristico speso nella raccolta e nell’elaborazione di dati, il cui fine è far apparire una pubblicità o un’altra sullo schermo di telefonino. Un approccio che trasforma l’utente in prodotto da vendere all’inserzionista, e che pone Whatsapp su una linea strategica molto distante da quella di Facebook.