La federazione che fa capo a Confindustria, con questo progetto stabilisce regole di trasparenza, sicurezza e riservatezza al fine di garantire l’affidabilità nelle transazioni economiche on-line.
La Federazione delle società di tlc, radiotelevisione e informatica che aderiscono a Confindustria, ha deciso di recepire le indicazioni contenute nella Direttiva europea sul commercio elettronico dell’8 giugno 2000 che prevede e incoraggia “l’elaborazione di codici di condotta a livello comunitario da parte di associazioni e organizzazioni imprenditoriali e professionali” e di varare il Progetto Fiducia,
che stabilisce regole di trasparenza, sicurezza e riservatezza al fine di garantire l’affidabilità nelle transazioni economiche on-line.
Assunzione di responsabilità, affidabilità delle informazioni,
trasparenza dei soggetti e delle condizioni, rispetto della privacy sono i principi generali sui quali si fonda il codice che costituisce una sorta di autoregolamento complementare alla legislazione vigente. Le imprese che sottoscrivono il Codice di Comportamento hanno il diritto e il dovere di esporre il Marchio Fiducia Federcomin nelle loro pagine Web dedicate ad attività di e-commerce.
Il codice impegna le imprese a fornire informazioni chiare e corrette, a riconoscere la validità delle informazioni elettroniche e della firma elettronica e presume l’affidabilità dei sistemi.
In pratica si tratta di una serie di norme, in qualche caso un po’ generiche, che puntano a dare certezza al mercato, che in questo modo sa che le imprese che sfoggiano il marchio di certificazione si sono impegnate a rispettare determinate regole. Per quanto riguarda le relazioni con il cliente, le aziende devono impegnarsi a prendere in considerazione le domande e i problemi degli acquirenti riguardo la fornitura di beni o servizi e “avviare l’attività per risolverli in tempi ragionevoli”.
Le informazioni fornite dall’e-tailer devono essere veritiere, corrette e aggiornate nel tempo e devono riguardare servizi, prodotti e prezzi. Le comunicazioni elettroniche e la firma digitale devono essere riconosciute dalle aziende tramite l’adesione al codice varato da Federcomin, assicurando che “le attività di commercio elettronico sono integrate nell’organizzazione in modo da poter onorare gli impegni che ne derivano. L’impresa si obbliga a eseguire l’ordine con la massima diligenza, informando tempestivamente il cliente di ogni eventuale contrattempo che influisca sull’adempimento”.
Dati completi della società, caratteristiche e descrizione dei prodotti offerti (anche con foto), modalità di pagamento e consegna sono solo alcune delle informazioni che devono essere presentate sul sito che deve garantire anche il rispetto della privacy personale e della transazione. I dati vanno utilizzati solo per i fini indicati e occorre impegnarsi al rispetto dei diritti della proprietà intellettuale così come dei principi di tutela. Su tutto questo sorveglierà il comitato dei garanti che è presieduto dal presidente di Federcomin “o da persona da lui designata e formato da un massimo di undici membri designati dalla giunta della Federazione”.
I membri sono scelti tra gli associati che aderiscono all’iniziativa del codice (ma non si rischia il conflitto di interessi?) e/o tra esperti di risoluzione delle controversie. I membri del comitato dei garanti rimangono in carica per due anni con possibilità di riconferma per un secondo mandato. Il loro compito è di tutelare il rispetto del codice, intervenire in caso di segnalazioni di infrazioni, l’accertamento e la pronuncia su eventuali infrazioni e l’applicazione di sanzioni nei confronti dei responsabili.