Delusa per l’andamento delle vendite, la società ha deciso di staccare la spina su Precision Workstation 730, uno dei primi modelli di workstation basata sul processore Intel Itanium.
Delusa per l’andamento delle vendite, Dell ha deciso di staccare la spina su Precision Workstation 730, uno dei primi modelli di workstation basata sul processore Intel Itanium. Il ritiro del computer Dell non farà bene al morale di Intel, la cui piattaforma a 64 bit sta avendo un lancio poco incoraggiante nella fascia di mercato delle postazioni ad altissimo rendimento. Dalla prima introduzione di Itanium nel maggio scorso, i ricercatori di mercato hanno messo in evidenza la scarsità di sistemi e server vendute dai primi costruttori che hanno adottato la piattaforma. Le cifre calcolate da Gartner Dataquest indicano che a tutt’oggi non sarebbero stati venduti più di 1.700 workstation e 2.600 server su scala globale. Anche le valutazioni di International Data Corporation (Idc) confermano il ruolo da comprimario che Itanium ha finora svolto sul mercato, rendendo tutto sommato poco sorprendente la decisione di Dell. I problemi non sarebbero legati solo al quadro congiunturale. Compaq, numero uno mondiale dei server ad architettura Intel, ha rivelato un mese fa di aver rimandato il lancio del ProLiant 590/64 previsto in luglio, perché la macchina non avrebbe superato le prove “dal vero” effettuate nei suoi laboratori. Successivamente i portavoce di Intel hanno osservato che la causa dei difetti era attribuibile alla versione non corretta del Bios di sistema che sarebbe stata sostituita a fine novembre, ma Compaq intende effettuare ulteriori prove. Oggi il mercato dei chip a 64 bit è dominato da Sun Microsystems, Ibm e Hp, le cui architetture Risc utilizzano sistemi derivati da Unix.