La finanziaria consente di detrarre il 20% di un importo massimo di 1.000 euro per l’acquisto di un apparecchio con tuner digitale
Incentivi per il digitale terrestre: secondo atto. Nella manovra finanziaria del Governo sono spuntate agevolazioni per la Tv digitale. Questa volta saranno per l’acquisto di televisori con tuner digitale e non, come nella scorsa ondata di incentivi, per l’acquisto di decoder. Non c’è molto tempo, meglio affrettarsi perché il bonus scade a fine 2007 (salvo proroghe).
Il perché si è tornati a incentivare l’acquisto di “digitale” è stato spiegato dal ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni: «Nell’ultimo trimestre dell’anno si concentra il 45% degli acquisti di televisori da parte degli italiani. All’incirca ogni anno si comprano cinque milioni di apparecchi Tv, e quindi il nostro obiettivo è di incentivare notevolmente la sostituzione di apparecchi analogici con altri predisposti per il digitale».
La deduzione della spesa
Il sistema scelto dal Governo è quello della deduzione fiscale. In pratica si potrà detrarre dalla dichiarazione dei redditi fino a un massimo di 200 euro per l’acquisto di un Tv, visto che l’importo massimo è pari a 1000 euro e la detrazione riguarda il 20% di tale importo. Se facciamo due conti, si può tranquillamente portare a casa per Natale un flat Tv, di ottima marca, mediamente sui 32 pollici e in formato 16:9, stereo, già compatibile con le trasmissioni in Alta Definizione e con tuner per sintonizzare i canali digitali.
Nessun problema per i canali rimasti in analogico, come molte realtà dell’emittenza locale, perché tutti gli apparecchi in commercio integrano un doppio sintonizzatore che permette di avere due differenti liste di canali: analogici (quelli già esistenti) e digitali (quelli dei bouquet offerti da Rai, Mediaset, La7, DFree, eccetera).
Il Ministero pubblica sul suo sito (www.comunicazioni.it) l’elenco aggiornato di tutti gli apparecchi che possono sfruttare l’agevolazione, compresi quelli messi in vendita durante l’anno e che ora non lo sono. Il decreto ministeriale prevede che siano conservati ed esibiti al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi 2008 il canone Rai pagato e lo scontrino fiscale o la fattura dalla quale risulti la marca e il modello dell’apparecchio e i dati identificativi dell’acquirente.
Il passaggio definitivo al digitale
Lo switch-off definitivo, cioè lo spegnimento totale del segnale analogico, è fissato per il 2012. Una data sulla quale il ministro Gentiloni non intende transigere, perché sa bene che nel caso di ulteriori ritardi fioccherebbero multe. Nel documento attuativo della Finanziaria 2007, infatti, c’è già la disposizione che vieta ai produttori di mettere in vendita, dalla fine del 2008, apparecchi Tv analogici.
È già nero su bianco che a metà 2008 i produttori saranno obbligati ad apporre sui televisori di vecchia generazione un “bollino” che li identifichi come “non abilitati al digitale”.
Con il digitale crescerà la qualità audio e video dei programmi, aumenterà la scelta di canali e la pluralità dell’informazione, sbarcheranno in Italia canali internazionali di grande pregio (pensiamo alla BBC, alla Cnn, ma anche a canali emergenti come Al Jazeera e France 24) e funzioni aggiuntive come sottotitoli e televideo saranno sempre più sofisticate e semplici da usare.
Sarà la svolta, finalmente, per il Digitale terrestre, finora rimasto nel limbo del prodotto concorrenziale alla pay tv via satellite. Attualmente, Mediaset, Rai e La7 dichiarano una copertura superiore all’85% della popolazione italiana con le principali aree urbane del Paese raggiunte dal segnale.
Le verità nascoste
Come si deve interpretare lo sforzo del Governo che mette a disposizione degli italiani, in regola con il canone Rai, ben 40 milioni di euro per cambiare la Tv? Verrebbe da dire che, vista la situazione attuale, sarebbe forse meglio utilizzarli per altri fini. Ma la mossa del ministro Paolo Gentiloni è da leggere in chiave futura. Negli ultimi 12 mesi la crescita delle “case digitali” in Italia (abitazioni che ricevono la Tv tramite satellite, digitale terrestre e cavo) è stata del 9,2%. Si tratta della percentuale più bassa d’Europa. Nei primi 6 mesi del 2007 il Belpaese ha fatto anche peggio, con un incremento del 5,2%. Cifre dimezzate rispetto alla media degli altri partner continentali.
In Europa la Tv digitale è pronta a superare quella analogica con 83 milioni di famiglie su 166 dotate di televisore in grado di collegarsi al nuovo segnale. In Italia, la penetrazione del digitale è ferma al 44,9%.
Guardando la situazione italiana si nota che il digitale satellitare di Sky (pay tv) cresce lentamente, l’IpTv di Fastweb e Telecom Italia (in attesa anche di Wind e Tiscali) incide ancora poco sul mercato e il Digitale terrestre ha vissuto la “bolla” degli incentivi per i decoder Mhp che avevano determinato lo sviluppo iniziale del mercato, ma che sono stati poi contestati e cancellati dall’Unione europea.
Ritardi e pochi canali all’origine del flop
Quello che in questi anni ha frenato lo sviluppo del Digitale terrestre in Italia sono stati due fattori: l’incertezza sulle date dello “switch-off” e la mancanza di contenuti forti e gratuiti. Mancando date precise sul passaggio al “tutto digitale” il settore è rimasto a guardare, aspettando certezze: gli editori non si sono avventurati nel lancio di nuovi canali, i broadcaster esteri sono rimasti alla finestra e gli spettatori non si sono lanciati nell’acquisto di un decoder o di un Tv digitale. Inoltre, non è mai decollata un’offerta forte di canali in chiaro per catturare l’interesse degli spettatori e “rubarli” alla Tv generalista (in crisi) e alle pay tv (satellite e IpTv).