Le tecnologie flash non convincono quasi un quarto delle aziende europee. Dei 3mila decision maker It intervistati per conto di NetApp da Opinion Matters nel Regno Unito, Francia e Germania, tre quarti conoscono e supportano, o prevedono di supportare presto, la tecnologia flash per i propri dispositivi di storage ma rimane ancora da convincere una fetta interessante di aziende, soprattutto di grandi dimensioni.
Quasi la metà, il 46% degli intervistati, concorda sul fatto di avere bisogno di tecnologie storage ad alte prestazioni, in particolare per la gestione dei dati relativi alle applicazioni di elaborazione dei pagamenti, di quelle per il Crm e per la Business Intelligence.
Attualmente solo il 16% degli intervistati dichiara di utilizzare soluzioni storage basate su tecnologia flash, per contro il 52% del totale dichiara forte preoccupazione nel caso di malfunzionamenti dello storage applicativo fino a un’ora.
Lo storage flash non piace, perché?
È evidente che servizi storage così core non possano permettersi di non funzionare, soprattutto per un tempo così ampio, ne andrebbe della fiducia e della frustrazione dei clienti con conseguente rischio di perdite di fatturato.
Mentre non è altrettanto evidente perché il 28% dei decision maker delle grandi aziende risulti così diffidente rispetto alla tecnologia flash pur dichiarando di conoscerla (il 78% del totale ne è convinto). Nonostante, infatti, il prezzo sia in calo costante, a ben leggere il sunto della survey sembra che sia proprio il costo il freno fondamentale.
Al contrario, circa il 18% delle aziende interpellate dichiara di avere in programma di adottare soluzioni flash mentre quasi la metà, in verità, le ha già adottate e, infine, il potenziale di crescita sembra circoscritto alle imprese più piccole.
Risultati allo stesso tempo sorprendenti ed entusiasmanti secondo Alex Wallner, vicepresidente senior e general manager Emea di NetApp, che richiedono ulteriore cultura per diffondere il verbo della tecnologia flash.
