Fornitori “vaccinati” sulle esigenze dei clienti

Le aziende farmaceutiche necessitano di partner che conoscano le delicate regole della loro produzione e gestione. Tra Revorg e Mipharm una consulenza collaborativa

Novembre 2004, La fiducia degli utenti si conquista anche riponendo
fiducia nei propri fornitori. E non è un aspetto da poco quando la posta
in gioco è la salute. Sono, infatti, molto delicati gli aspetti che governano
la produzione e la
gestione aziendale in casa Mipharm, società farmaceutica italiana con
sede a Milano, che quotidianamente è costretta a fare i conti con regole
e certificazioni rigidissime per produrre i medicinali a brand proprio (probabilmente
i lettori conoscono il Formitrol, contro la tosse, o il Neoformitrol, per la
disinfezione orale), o in outsourcing per aziende statunitensi.
«Quando c’è di mezzo il ministero della Sanità
o l’Fda (l’americana Food and Drug Administration – ndr) c’è
poco da improvvisare
– spiega Giovanna Riccomagno, responsabile
amministrativa di Mipharm che gestisce gli investimenti tecnologici dell’azienda
-. La produzione dei farmaci è sottoposta a strette regole e deve
ottenere le necessarie certificazioni, quindi tutti gli strumenti presenti in
azienda che intervengono in questa fase devono soddisfare determinati requisiti.
E il sistema informatico non è esente da tali regole. Per questo motivo
è necessario rivolgersi a fornitori che conoscano a fondo il nostro settore
e le problematiche che incontriamo»
.


Specializzarsi per capire le esigenze
Gianpiero Mapelli, direttore commerciale di Revorg, business
partner Ibm, ne è consapevole, e da una decina d’anni la sua società
si è specializzata nel settore farmaceutico, di cui ormai conosce le
dinamiche. Ma il &quotCupido&quot che li ha fatti incontrare con Mipharm
è stato l’euro. «Con Mipharm i rapporti sono incominciati
all’epoca dell’adeguamento dei sistemi aziendali alla nuova moneta

– spiega Mapelli -. E da quel momento siamo diventati gli interlocutori,
praticamente unici, occupandoci noi stessi dell’aggiornamento dell’hardware,
marchiato Ibm, dell’assistenza tecnica e della consulenza»
.
È proprio quest’ultimo aspetto che pare essere particolarmente
apprezzato da Mipharm: «Ogniqualvolta Revorg intende proporci qualche
nuova soluzione, lo fa con accurata conoscenza delle nostre esigenze. è
questo che ci aspettiamo da un fornitore di tecnologie, che sia propositivo
su progetti che incontrino le nostre necessità, a volte addirittura anticipandole.
Cosa che è possibile solamente a chi conosce bene le nostre dinamiche
e che sa identificare gli eventuali ambiti di intervento, adattarli alle nostre
esigenze e farli, poi, combaciare con il budget a disposizione»
.
In principio, dicevamo, fu l’euro. Ma da questa occasione i lavori di
Revorg, una volta entrata in casa Mipharm, sono progrediti. «Innanzitutto
c’era da sistemare la situazione del sistema gestionale presente

– ricorda Mapelli -. Esistevano, infatti, tre differenti gestioni per produzione,
amministrazione e magazzino, che però faticavano a colloquiare tra di
loro. Un grosso sforzo, dunque, è stato quello di unificare il sistema.
Da qui, poi, si è stretto il rapporto di fiducia con il cliente, e ora
siamo in fase avanzata di progetto per altre soluzioni che sono nei programmi
futuri di investimento dell’azienda. In ordine di importanza l’implementazione
di un database che consenta di reperire in maniera veloce informazioni per determinare
i costi dei prodotti e che permetta di effettuare statistiche di vendita e controllo
di costi per la gestione. Quindi, il passo successivo sarà in ottica
Internet, con una nostra tecnologia chiamata WebGate, per portare i dati disponibili
in Mipharm verso l’esterno, fruibili da fornitori e distributori».
«Sono tutti progetti la cui utilità è già stata discussa
e la cui attesa dipende unicamente dalla disponibilità di budget

– interviene Riccomagno -. Ma riteniamo che col prossimo anno saranno implementati.
In fase di studio, poi, c’è anche la possibilità di informatizzare
la sessantina di informatori del farmaco che pattugliano il territorio, con
una strumentazione che consentirà loro di mantenere in tempo reale i
contatti con l’azienda e richiedere o inviare tutti i dati che necessitano»
.

Sarebbe, quest’ultimo, un forte impulso alla dotazione informatica di
Mipharm che, su un organico composto da 210 dipendenti e 60 collaboratori, esclusi
gli informatori, dispone di una sessantina di pc, supportati su iSeries, e una
decina di portatili a uso del management e della forza vendita interna.
è soprattutto di Erp, dunque, ciò di cui un’azienda farmaceutica
necessita? La fase di ricerca non richiede soft-ware per l’elaborazione
e lo studio delle molecole attive? «Lavorando in gran parte per conto
terzi il nostro laboratorio di ricerca non è molto sviluppato

specifica Riccomagno -, quindi non richie de applicazioni particolari. Mentre
un Erp con le dovute certificazioni è indispensabile per soddisfare i
criteri dei committenti»
.

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