Cresce il fatturato generato dai siti di e-commerce B2C, ma i merchant devono fare i conti con nuove pressioni sui margini, con una pubblicità che non decolla e con la diffidenza dei compratori
Secondo uno studio recentemente presentato da Forrester Research, l’e-commerce B2C ha generato vendite per 8.400 miliardi di euro nel 2000, con un fatturato medio di 5 milioni di euro. Si tratta di una progressione del 190% rispetto al fatturato registrato nel 1999, che però fa da contraltare alla percentuale di acquisti effettuata dagli europei su Internet. Laddove gli analisti avevano previsto un 2% degli acquisti transitare sull’online, gli europei si sono fermati a un ben più modesto 0,4%.
Per l’anno in corso, Forrester va cauta e non alza di molto il fatturato medio per sito, pur indicando un raddoppio delle vendite a 17.500 miliardi di euro. Cauta Forrester, cauti i merchant, la maggioranza dei quali si ritiene ancora in un periodo di transizione. Solo il 28% sostiene di aver già raggiunto la profittabilità, gli altri lamentano invece da un lato un calo sensibile negli investimenti pubblicitari, dall’altro una diminuita fiducia negli acquisti online, dovuta a scarsa o cattiva informazione e alla recessione economica in corso.
Analizzando invece i dati su base regionale, Forrester dichiara che i Paesi nei quali da qui al 2006 l’e-commerce si svilupperà fino a rappresentare l’8% del commercio complessivo sono Svizzera, Regno Unito, Germania e Paesi Scandinavi. Seguono Austria, Benelux, Finlandia, Irlanda e Francia, che dovrebbero attestarsi tra il 4 e l’8%, mentre fanalini di coda, al di sotto del 4%, dovrebbero essere Italia, Spagna, Portogallo e Grecia.