Noi italiani siamo bravissimi a sviluppare strategie lungimiranti da zero, senza però mai collegarle né con il pregresso, né con la realizzazione pratica. L’impostazione di Agid, nelle parole di Antonio Samaritani, nuovo Direttore generale di Agid, vuole capovolgere questa improduttiva abitudine. Si baserà su due capisaldi: impegnarsi nell’execution e scendere di un livello dalla teoria verso la pratica, ovviamente senza fermare la macchina in corso.
Di questo si è parlato nel convegno dedicato al Piano di crescita digitale, ospitato da Carlo Mochi Sismondi, presidente del Forum Pa, con una partecipazione davvero qualificata: Elio Catania, Paolo Coppola, Roberto Moriondo, Enza Bruno Bossio e Barbara Serracchiani, per la parte istituzionale, oltre a svariati esponenti dell’Ict nazionale e ovviamente a Samaritani.
Agid è ancora sollecitata da un ruolo importante ma operativo. La fatturazione elettronica è un grande, immediato esempio di come scendere verso la pratica. “Oggi la fattura elettronica viene stampata e processata come cartaceo”, denuncia Samaritani: poiché esistono già le linee guida, Agid -che finora non se ne occupa- dovrebbe coordinare tutti i passi per una reale integrazione del formato elettronico.
“La strada intrapresa da Samaritani è quella giusta”, ha confermato Elio Catania, Presidente di Confindustria digitale. Serve una rimonta, perché “i nostri investimenti in tecnologia sono indietro di 25 miliardi di euro l’anno”.
Una commissione parlamentare per il digitale
“Il Parlamento dovrebbe organizzarsi meglio”, dice Paolo Coppola, parlamentare e consulente per l’Agenda digitale del ministro Madia, poiché nelle stanze dei bottoni politici il digitale è arretrato. “L’intergruppo per l’innovazione conta una settantina di volontari su mille parlamentari”, certo non moltissimi; soprattutto, “nelle 14 commissioni parlamentari lo specifico digitale è pressoché ignorato, anche se in 6 o 7 casi sarebbe necessario”. La proposta è quindi l’istituzione d’una nuova Commissione dedicata, che potrebbe verificare tutti i casi nei quali c’è necessità di competenze specifiche, come dovrebbe essere.
Per migliorare l’execution si può fare ancora meglio. Servirebbe un sistema informativo statale del controllo di gestione, ovvero l’implementazione della legge 150 del 2009: “è impossibile pensare di avere una macchina grande quanto lo Stato senza una coerenza di questo tipo”, ha detto Coppola; “tecnicamente non è difficile, possiamo farlo”.