Entro il prossimo mese di marzo circa il 10% dell’intera forza lavoro del Gruppo verrà licenziato. È la risposta del produttore nipponico al crollo dei prezzi e alla crisi che ha investito l’intero mercato di riferimento dei chip
Il crollo dei titoli tecnologici, comuni nelle Borse di tutto il mondo, e
il recente cedimento del mercato statunitense stanno influendo negativamente
sulla Borsa giapponese, a un passo dal minimo storico toccato quasi 17 anni
fa.
A conferma che le cose vanno male, il vendor
nipponico Fujitsu ha annunciato il licenziamento di 16.400 dipendenti,
circa il 10% dell’intera forza lavoro del Gruppo. Lo scotto maggiore da pagare
toccherà agli stabilimenti nel Nord America e nel resto dell’Asia, dove perderanno il posto 11.400 dipendenti. I rimanenti 5mila provvedimenti per rientrare nei costi verranno invece eseguiti in patria.
Dopo aver rivisto le previsioni per l’anno fiscale in corso e annunciato perdite nette per oltre 1,83 miliardi di dollari, il produttore di chip giapponese ha reso nota l’intenzione di focalizzare il proprio business su software e servizi.
Entro il prossimo mese di marzo il piano di ristrutturazione verrà infatti attuato soprattutto tramite la fuoriuscita della società dal settore hard disk – il più colpito dalla crisi – e lo “snellimento” delle proprie filiali estere.
Questo
mentre altri protagonisti del mercato dei semiconduttori, come Nec e Toshiba,
annunciano nuovi tagli al personale e dismissioni d’interi comparti di
produzione.
E intanto, dall’inizio dell’anno, le azioni Fujitsu hanno perso
circa un quarto del loro valore iniziale, contro un declino del 22% fatto
registrare dalla rivale Nec.