Serve dare flessibilità ai datacenter in tempi brevi. Roi? Meglio misurare i servizi. Ne parliamo con Denis Nalon.
Il Business Programs Manager di Fujitsu Technology Solutions Italia, Denis Nalon, fa rilevare come Fujitsu fornisca tecnologia di datacenter ad aziende di medie o grandi dimensioni, agli operatori che forniscono servizi a terze parti in modalità cloud o in outsourcing e ad aziende che fanno dei servizi offerti direttamente agli utenti privati il proprio “core” business.
Gli chiediamo, quindi, quali competenze devono esserci nelle aziende per fare private cloud.
«Dal punto di vista tecnologico – ci dice – molte aziende medio-grandi alle quali ci rivolgiamo hanno già in casa le competenze professionali necessarie a governare le infrastrutture e le tecnologie di cui stiamo parlando.
Ma, dice Nalon, sta emergendo una figura professionale: il demand manager. «Nelle aziende più modernamente organizzate – dice – sta acquisendo rilevanza e spesso gestisce quote interessanti del budget It. Suo compito è rilevare le esigenze di business dell’azienda, per poi individuare con gli specialisti tecnici la combinazione migliore tra risorse esistenti e risorse esterne re-intermediando la domanda interna di servizi It che origina da utenti di business. Assieme a questa figura interna all’azienda vi sono poi competenze tipiche dei vendor di soluzioni e servizi che sono importanti per individuare i processi di business che risultano predisposti a essere gestiti secondo varie modalità organizzative. Questo tipo di competenza è fondamentale nel garantire il successo di un progetto di migrazione verso il cloud».
Qual é la tecnologia o la soluzione su cui il responsabile del datacenter deve pensare a investire nel breve periodo?
Le aziende devono iniziare a investire nell’ottica di rendere i propri datacenter sempre più flessibili in tempi brevi, organizzandoli per rispondere di volta in volta alle mutevoli esigenze organizzative, e identificando le tecnologie sia le opzioni di sourcing più adeguate. In sintesi: l’abilitazione al cloud è sicuramente un’area fondamentale di investimento. Per le grandi aziende Fujitsu oggi è un enabler tecnologico del private cloud, mentre per le aziende di medie dimansioni e per il mercato Smb ci connotiamo anche come fornitore di servizi di cloud pubblico.
Fujitsu ha costruito un’offerta tecnologica basata sul concetto di Container al cui interno sono state integrate tecnologie di base, software per la gestione del layer di virtualizzazione, un middleware proprietario e un template di portale self service per la gestione del front end del data center.
In questo modo si possono attivare e gestire in proprio servizi con la modalità tipica dell’IaaS.
Per le aziende di medie dimensioni, oltre all’offerta infrastrutturale tradizionale, Fujitsu ha attivato servizi IaaS in modalità Public Cloud erogati da sei data center identici nel mondo.
Si può abbinare al datacenter una misurazione di Roi?
Piuttosto che misurare il Roi del datacenter crediamo sia più utile e sensato mettere a disposizione dei clienti gli strumenti e le tecnologie che possano permettere loro di associare e attribuire per ciascun servizio erogato il relativo costo sulla base delle risorse infrastrutturali e software utilizzate. Questo permette di attivare una contabilità precisa e affidabile sui processi It e sui processi di business supportati.
A garantirne la fattibilità anche in querto caso , c’è una tecnologia Fujitsu recentemente presentata, il ServerView Resource Orchestrator, un software per la gestione dei sistemi, la cui tecnologia è parte integrante della piattaforma coud globale.
La soluzione permette, per esempio, ai clienti di reagire più velocemente e in maniera più flessibile alle esigenze interne legate alle continue evoluzioni dell’It. La piattaforma applicativa è in grado di erogare automaticamente architetture It predisposte per il cloud e questo elemento permette ai Cio lo sviluppo e la predisposizione dei nuovi sistemi a una velocità superiore del 90% rispetto ad ambienti tradizionali evitando, in questo modo i lunghi e complessi processi di provisioning manuali che si rivelano spesso fonti di errore umano.
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