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Futuro sempre più incerto per OpenOffice

È possibile pensare alla chiusura di un progetto open source “storico” come OpenOffice? Evidentemente pare di sì: il responsabile del progetto all’interno della Apache Software Foundation, Dennis Hamilton, lo ha esplicitato chiaramente in una email proposta come spunto di discussione per gli interessati.

Il succo del messaggio di Hamilton è che in questo momento la suite di prodittività non ha abbastanza risorse per essere portata avanti come progetto a pieno titolo. Oggi OpenOffice è portato avanti da “una mezza dozzina” di sviluppatori volontari, si spiega, e a parte questi non se ne vedono abbastanza che abbiano “le capacità, le competenze e la voglia” per affiancarli.

Un importante sintomo di questa situazione, sottolinea Hamilton, è che il progetto non ha la capacità di produrre rapidamente una versione sicura di OpenOffice nel caso in cui venissero segnalate vulnerabilità.

Hamilton nella sua mail spiega i passi che sarebbe necessario seguire nel caso di una cessazione del progetto ma questo non vuol dire che sia stata presa una decisione formale in merito. La mail è, come accennato, appunto uno stimolo a una discussione aperta.

Una storia complessa

OpenOffice è nato nel 2000, quando Sun Microsystems ha ceduto in open source il codice di StarOffice. È stato per anni la principale alternativa in campo Mac a Microsoft Office, palma che poi ha perso sia per la crescita dei software Apple sia per la sua “scissione” in OpenOffice.org, curato dalla Apache Software Foundation, e in LibreOffice, gestito da The Document Foundation.

Proprio LibreOffice ha nel tempo conquistato sviluppatori e utenti a OpenOffice, grazie a una progressione molto più veloce per aggiornamenti e aggiunte di funzioni.

 

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