Venerdì 7 ottobre Genova ha ospitato la conferenza dal titolo “Infrastrutture digitali e Logistica predittiva: strategie, rischi e opportunità nello scambio dati nella supply chain del trasporto”, organizzata da Logistic Digital Community, con l’obiettivo di discutere le strategie, i rischi e le opportunità legate alle infrastrutture digitali ed allo scambio dati nella supply chain.
La cornice è stata scelta tutt’altro che casualmente: Genova è stata recentemente identificata come la porta digitale d’Europa grazie ad un collegamento ad altissima velocità, 2Africa, il cavo sottomarino più lungo mai realizzato (45.000 km), che collegherà direttamente 46 località attraverso tre continenti: Africa, Europa e Asia.
“Se ripercorriamo la storia, Genova è sempre stato un porto della massima importanza strategica, commerciale, finanziaria e geografica, creando maggiore ricchezza a livello non solo italiano, ma mondiale.
Nel presente è lo stesso, forse di più: c’è un cavo sottomarino che atterra nella città e arriverà a connettere il 35% della popolazione mondiale attuale; è l’avvento di un porto digitale con un traffico di dati di rilevanza mondiale, perché più un paese si digitalizza, più si sviluppa”, ha affermato in veste di relatore Emmanuel Becker, Managing Director di Equinix Italia, l’azienda globale di infrastrutture digitali che insieme a Vodafone ha realizzato GN1, il nuovo hub digitale di attracco per cavi sottomarini a Genova.
“Il traffico di dati non è diverso da quello delle merci. Ad esempio quest’ultima può essere imbarcata, spedita e fatta arrivare a destinazione. Ma ci possono essere passaggi intermedi dove la merce arriva e viene lavorata da imprese locali che la elaborano, proteggono e conservano prima di ripartire nuovamente. In questo senso Genova sarà capace di realizzare il cosiddetto Stop-over, diventando un hub digitale Tier 1 non solo per fare arrivare i dati sul territorio europeo, ma per trasformarli”, ha concluso Becker.
L’arrivo di 2Africa nel nuovo sito di Genova, nonché la sua connessione diretta con Milano, fa sì che GN1 offra un nuovo punto di riferimento digitale per l’area mediterranea. Costituendosi come il primo data center di Genova carrier-neutral, GN1 offrirà ai clienti servizi di colocation e interconnessione sicuri e resilienti, oltre alla possibilità di sfruttare direttamente gli ecosistemi digitali e le strutture di colocation di Equinix a Milano. Nello specifico, GN1 fornirà una capacità di 150 cabinet equivalenti e uno spazio di colocation di circa 6.000 piedi quadrati (560 metri quadrati).
L’evento nazionale di Genova
Anticipare il futuro con algoritmi capaci di auto-apprendere. Per integrare i metodi di spedizione, identificare i rischi potenziali nelle linee di commercio, ottimizzare la pianificazione e trasformare l’enorme quantità di dati disponibili (big data) in informazioni affidabili, pronte all’uso per tutta la supply chain. La nuova ‘sfera di cristallo’ si chiama logistica predittiva e sfrutta l’intelligenza artificiale. I vantaggi sono enormi. Ma anche i rischi.
Se n’è parlato nell’evento di Genova, nel corso del workshop organizzato dalla Logistic Digital Community (LDC), comunità virtuale che favorisce l’aggregazione tra il mondo delle imprese e quello delle istituzioni nella transizione digitale, incubatore e divulgatore di idee per lo sviluppo e l’ottimizzazione della catena logistica.
Ad aprire i lavori, il vicepresidente di Federlogistica-Conftrasporto, Davide Falteri, fondatore della LDC, che ha ricordato la centralità di Genova e del suo porto nel panorama mondiale: “A rafforzarne il ruolo l’arrivo del cavo dati sottomarino più lungo del mondo, che collegherà Genova alle rotte europee, africane, indiane e artiche, generando formidabili opportunità di investimento in questo territorio da parte di molte imprese anche straniere”.
Falteri ha ricordato anche i risultati raggiunti dalla LDC, che a un anno e mezzo dalla nascita registra l’adesione dei principali soggetti istituzionali e di aziende note a livello internazionale.
I saluti del sindaco di Genova Marco Bucci e dell’assessore regionale allo sviluppo economico Andrea Benveduti hanno aperto la strada agli interventi di Emmanuel Becker, Managing Director Italy di Equinix, Ivano Russo amministratore di RAM, Giorgio Moroni CEO di Free To X; nella seconda sessione in cui si è parlato di cybersecurity, sono intervenuti Paola Girdinio presidente di START 4.0, l’avvocato Francesco Gavotti di B-Right Lawyers e Alessio Aceti di Sababa Security. Nell’ultima sessione, dedicata alle “Opportunità”, Tools Group, con il principal supply chain Leo Cataldino, e Leonardo, con il transport & logistic marketing manager Fabio del Vigo, hanno presentato alcune case history.
Emmanuel Becker di Equinix ha citato i 45 mila chilometri di cavo sottomarino, il più lungo mai realizzato, che sarà posato a Genova collegando 33 Paesi in 3 continenti e dando vita a una sorta di autostrade digitali che renderanno più fluido e veloce il traffico marittimo delle merci convergendo su Genova: “Il piano riguarda tutto il continente Africano, il Far East, il Medio East, l’India e tocca da un lato l’Oceano Pacifico, dall’altro prevede corridoi digitali con la Penisola iberica”.
Tools Group, che opera a livello mondiale ma ha il cuore a Genova, ha portato due esempi di logistica predittiva. Uno di questi riguarda una società leader nelle perforazioni e nella ricerca di nuovi giacimenti, che impiega navi Fpso e ha bisogno di un sistema di gestione dei pezzi di ricambio che non comporti stop nella navigazione.
“Abbiamo cominciato con una ‘fotografia’ dello stato del mezzo. Attraverso l’intelligenza artificiale, abbiamo creato un algoritmo capace di far tesoro dell’esperienza, incrociata con i dati, insomma di auto-apprendere. Siamo così giunti a previsioni di tipo predittivo analizzando i guasti verificatisi in passato e le caratteristiche del mezzo. Il passo successivo è stato l’ottimizzazione dei livelli di scorta, con i ricambi che con molta probabilità sarebbero stati più probabilmente utili”, ha spiegato Leo Cataldino.
Leonardo, che ha contribuito a realizzare un ecosistema telematico integrato, ha messo a fuoco tre fattori: efficienza, sicurezza e sostenibilità. Ha spiegato Fabio Del Vigo: “Efficienza perché il settore dei trasporti e della logistica contribuisce al 12% del Pil mondiale e perché il potenziale dei porti italiani è alto: sono l’asse di collegamento tra il mercato asiatico e l’Europa. Con l’espandersi della digitalizzazione, aumentano i rischi di attacchi, e un attacco anche a un solo elemento della catena dei trasporti e della logistica rischia di inceppare l’intero sistema. Gli attacchi cyber sono cresciuti del 900% dal 2017 al 2020: la sicurezza diventa quindi l’elemento virtuoso della logistica. C’è poi la sostenibilità, che si traduce (anche) in un risparmio energetico, che in questi tempi diventa fondamentale, così come l’integrazione fra tutti i sistemi di digitalizzazione degli elementi e dei soggetti che operano nel, da e per i porti italiani”.
Proprio sulla sicurezza nella suplly chain si è focalizzato l’intervento di Paola Girdinio, presidente di Start 4.0: “L’Italia è il settimo Paese al mondo per attacchi cyber, e sono soprattutto la logistica e i trasporti gli obiettivi su cui si concentrano, e spesso si concretizzano, le cattive intenzioni degli hacker. Non solo in termini di riscatto per avere un guadagno economico, ma anche con finalità geopolitiche. Attaccando la logistica, che è sempre più digitale, si può indebolire un sistema-Paese, eppure quello della sicurezza informatica è ancora un tema molto sottovalutato”.
La protezione della supply chain 4.0 sarà al centro di un provvedimento europeo in arrivo. Si tratta, come ha spiegato Giardinio, del Cyber Resilient Act, che prevede il marchio CE per tutti i prodotti software e hardware che rientrano in una catena 4.0. Chi non l’avrà rischierà sanzioni fino a 15 milioni di euro.