L’entusiasmo per le possibilità collegate all’utilizzo di blockchain in alcuni ambiti sono state raffreddate dalla necessità di una maggiore sicurezza e soprattutto dal bisogno di realizzare soluzioni sì basate sui ledger distribuiti ma che siano in linea con determinati requisiti di compliance.
L’americana Netki ha sviluppato per questo un sistema di gestione delle identità digitiali che si affianca a blockchain per realizzare soluzioni “robuste”.
La soluzione si chiama Netki Digital ID ed è stata pensata soprattutto per il mondo finanziario, la Sanità e in generale le applicazioni che richiedono un elevato livello di controllo su chi accede alle informazioni.
Ha già la sua prima applicazione commerciale in un servizio di gestione di trasferimenti di denaro che ha avviato la fintech caraibica Bitt. Netki sta inoltre collaborando allo sviluppo di soluzioni blockchain con IBM, nell’ambito del progetto Hyperledger, e PwC Australia.
Il ruolo della piattaforma di Netki è focalizzato sulla identificazione certa di chi “entra” in una blockchain e sulla condivisione della sua identità digitale con le altre parti coinvolte. Proprio questi elementi, che secondo la software house non sono abbastanza “a norma” nelle implementazioni dei ledger permissionless, puntano in prima battuta a ridurre tutti i rischi potenzialmente legati alle transazioni blockchain e nello specifico a garantire che le soluzioni blockchain siano aderenti ai requisiti di compliance.
Perché questo avvenga Netki ha sviluppato un servizio di identificazione che fosse anche semplice da usare, pensando alle applicazioni blockchain che sempre più avranno come utenti finali i consumatori.
Un utente può creare con Netki una sua identità digitale usando uno smartphone per inviare i suoi documenti e alcuni dati biometrici. Il sistema prevede anche vari livelli di verifica automatica e manuale delle identità presentate.
Creata questa nuova identità digitale, la piattaforma Netki Digital ID permette di condividerla usando un nuovo tipo di certificati digitali che è legalmente valido in molte nazioni e che permette di conservare anche informazioni aggiuntive oltre a quelle di identificazione, per supportare operazioni complesse. Accanto ai certificati Netki ha anche co-sviluppato un nuovo protocollo peer-to-peer per i pagamenti, denominato BIP75 e rilasciato in open source.