La software house ha recentemente formato una sessantina di neo laureati in materie economiche, scientifiche e umanistiche Circa 40 sono stati, poi, assunti
Gestione del personale significa, prima di tutto, investire nella formazione.
Proprio in questa direzione sta andando Passepartout, software house di San Marino. «Investire sui giovani e sulla formazione. E, soprattutto, investire in Italia». Stefano Franceschini, presidente della software house, ha chiaro in mente in quali ambiti e su quale territorio continuare a impegnarsi.
«La scorsa primavera, sotto il patrocinio dell’Università di San Marino e della Segreteria dell’industria e del lavoro del Governo di questo Stato – afferma il manager – abbiamo selezionato e formato in maniera congiunta una sessantina di neo laureati in economia e commercio, ingegneria, informatica, ma anche in materie umanistiche provenienti dalle Università italiane limitrofe. Di questi, circa 40, non più tardi dello scorso mese, sono stati assunti a pieno titolo per svolgere attività di produzione e sviluppo, ma soprattutto per fornire supporto, controllo e formazione sui nostri prodotti storici e su quelli che abbiamo introdotto sul mercato».
Soluzioni che si affiancano a Pass3000 e Mexal, rispettivamente dedicate alla piccola impresa e a quelle di medie dimensioni, a Compass, pensata per i professionisti, e vanno ad ampliare lo spettro dei clienti ad alberghi, ristoranti e per la realizzazione di siti Web. A corollario, tutta una serie di moduli per la Business intelligence, i bilanci, i budget e quant’altro, oltre ai tool di sviluppo messi a disposizione dei partner per realizzare adattamenti ad hoc sulle esigenze dei singoli clienti. E se nuova linfa sta per arrivare in azienda, Passepartout pensa anche agli oltre 250 partner sparsi in tutta Italia e qualificati come Mini, Open e Standard, a seconda della quota annuale corrisposta e dei conseguenti livelli di sconto sui prodotti acquistati.
«Pensando a loro – spiega Barbara Ressi, amministratore delegato dell’azienda – abbiamo siglato una partnership con Dnv Certification, divisione dell’ente Det Norske Veritas, e con una serie di consulenti esterni, per abbattere i costi connessi al raggiungimento della certificazione Iso9001, per la quale occorrono 8mila euro solo per la fase iniziale di progetto. Grazie a questo accordo, siamo in grado di proporre a gruppi minimi di nove aziende una certificazione di rete al costo di 3mila euro giustificati dal fatto che i controlli verrebbero effettuati a campione».