L’import-export con il nostro Paese è in contro tendenza rispetto ai commerci complessivi di Atene: +9,3% da gennaio a ottobre 2008 secondo i dati Ice
Gli scambi commerciali tra Italia e Grecia procedono a gonfie vele, aggirando la bonaccia produttiva che sta frenando l’economia europea. I dati dell’Ice (Istituto nazionale per il commercio estero) di Atene, relativi alla nota congiunturale di gennaio 2009, mostrano che il nostro paese è in contro tendenza rispetto al quadro delle importazioni ed esportazioni elleniche. L’interscambio totale è diminuito (-1,9%) per Atene nel periodo gennaio-ottobre 2008 rispetto allo stesso periodo del 2007, ma quello con l’Italia è cresciuto del 9,3% per un valore superiore ai 7,6 miliardi di euro. Le importazioni greche segnano +8,7% per quasi sei miliardi e le esportazioni verso Roma +11,2% a quota 1,7 miliardi.
Le direzioni dell’import export
L’Italia è il secondo partner commerciale – dopo la Germania – presidiando una fetta dell’import greco che vale il 13%; la Cina è il terzo paese esportatore con il maggior incremento percentuale tra 2007 e 2008 (+14,9%). Il calo più consistente spetta invece alla Russia (-15,8%). Il nostro paese, inoltre, è il principale acquirente dei prodotti greci, con una quota di mercato dell’11,8% – un punto percentuale in più della Germania che vede un calo di quasi il 5% degli acquisti rispetto al 2007. L’export greco è aumentato significativamente verso la Bulgaria (+16,7%) e gli Stati Uniti (+22,7%).
I prodotti italiani più gettonati in Grecia sono i capi d’abbigliamento: la voce principale dell’export nostrano con 470 milioni di euro nel 2008 e +6,5% rispetto ai primi dieci mesi del 2007. Consistenti sono state anche le vendite di manufatti, soprattutto gli articoli di gioielleria in oro, argento e platino (+28,4%). Macchine e attrezzature industriali e mezzi di trasporto costituiscono il settore dominante, che in totale ha registrato vendite superiori al miliardo e mezzo di euro con un incremento del 12% tra 2007 e 2008. Questo settore vale da solo il 26,7% dell’export italiano in Grecia, contro il 22,5% dei vari prodotti industriali.
Prospettive elleniche di sviluppo
Queste cifre riassumono la vitalità dell’economia ellenica che, pur soffrendo i mali endemici dell’attuale crisi economica, si sta sviluppando a un ritmo più sostenuto della media europea. Il Pil è salito del 3,2% nel 2008 e si stima un incremento del 2,7% nel 2009. I consumi privati e pubblici si mantengono in espansione – anche se più contenuta rispetto al 2006 e 2007 – mentre gli investimenti sono progrediti appena dello 0,1% contro il +4,9 del 2007. La produzione industriale è calata del 2,4% nel 2008 rispetto all’anno precedente.
I cospicui scambi commerciali tra Italia e Grecia si devono al fatto che le due economie sono piuttosto complementari. Atene si regge prevalentemente sul settore terziario (per il 71% del Pil) grazie al turismo e ai trasporti marittimi. La Grecia deve importare molti più prodotti di quanto riesca a esportarne, come rivela il deficit commerciale di quasi 38 miliardi di euro nel 2008. Secondo il rapporto dell’Ice, le prospettive di sviluppo sono buone, a patto che si rispetti un calendario di riforme già avviato da varie leggi. In particolare, il governo dovrà continuare sulla via della semplificazione burocratica, delle privatizzazioni e dei finanziamenti nelle aree periferiche del paese.
Il Piano di supporto comunitario 2007-2013 garantirà oltre 24 miliardi di euro per investimenti in infrastrutture; il governo ha dichiarato che nel 2009 bandirà gare d’appalto per 8,8 miliardi. La Grecia, quindi, dovrebbe conservare un humus finanziario fruttifero per gli imprenditori italiani, sul duplice versante delle esportazioni e degli investimenti diretti. In base ai dati forniti all’Ice dalla Banca di Grecia, tali investimenti si sono impennati globalmente del 236% da gennaio a ottobre 2008 rispetto al medesimo periodo del 2007. L’Italia è il decimo paese investitore – sesto europeo – con 557 milioni di euro.
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