Secondo la testata Axios, che è venuta a conoscenza e ha condiviso i contenuti di un’email interna inviata dall’azienda ai dipendenti, Google starebbe esplorando la possibilità di un Assistente super-potenziato, alimentato dalla più recente tecnologia LLM (Large Language Model).
In base ai contenuti dell’indiscrezione, una parte del team di Google avrebbe giù iniziato a lavorare su questo progetto, partendo dall’ambito mobile.
Chiaramente la spinta all’iniziativa viene dall’enorme potenziale dell’AI generativa e dall’altrettanto enorme popolarità che stanno conoscendo gli strumenti basati su questa tecnologia innovativa.
Basti pensare alla diffusione sia in ambito professionale che consumer di soluzioni basate su ChatGPT di OpenAI. O all’accoglienza accompagnata da grande interesse per la piattaforma di AI generativa Bard della stessa Google.
A supporto di questo progetto interno, Google avrebbe avviato anche una riorganizzazione interna che coinvolgerebbe diversi team e ruoli. A quanto pare, parallelamente a questa organizzazione ci sarebbero anche dei licenziamenti, a causa di ruoli che verrebbero cancellati.
Google rimarrebbe ancora pienamente impegnata nello sviluppo del suo Assistente: l’integrazione della tecnologia di AI generativa basata sui Large Language Model (LLM) consentirebbe all’azienda di fornire un’esperienza conversazionale di qualità ancora più elevata, che avrebbe le potenzialità di assistere le persone e migliorare le loro vite, nella vision della società americana.
Considerato il forte impatto sul mercato che l’AI generativa sta avendo in tanti settori, e le previsioni dei profondi mutamenti che questa tecnologia apporterà nei più svariati ambiti, non sorprenderebbe più di tanto questa mossa di Google, se queste indiscrezioni dovessero trovare conferma.
Sono ancora tanti i punti se non “oscuri” quanto meno grigi, dell’intelligenza artificiale generativa: etici, sulla trasparenza, sulla privacy e la sicurezza, sul suo impatto sull’occupazione e più in generale sul futuro del lavoro degli esseri umani.
Nonostante ciò, quella dell’Ai generativa sembra ormai un’onda inarrestabile, che procede a una velocità e con un’intensità sempre maggiore.
