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Google FloC, il digital advertising rispettoso della privacy

A Google, come a Facebook e ad altri giganti della tecnologia, viene spesso attribuito un uso eccessivamente invadente e non rispettoso della privacy dei cookie e di altri sistemi a supporto del digital advertising.

A sua discolpa, la società di Mountain View ha sottolineato come sin dal 2019 stia lavorando a uno sforzo collaborativo open source, Privacy Sandbox, per sviluppare una serie di nuove tecnologie di tutela della privacy che rendano obsoleti i cookie di terze parti e consentano al tempo stesso ai publisher di continuare a far crescere il lor business e mantenere il web sostenibile, con un accesso universale ai contenuti.

Si tratta, secondo Google, di una dicotomia di cui bisogna trovare un punto d’equilibrio, ma che Big G ritiene sia ancora fondamentale per mantenere il web aperto, accessibile e fiorente per tutti.

Google ha ora annunciato di aver inaugurato il roll-out di una nuova tecnologia web denominata Federated Learning of Cohorts (FLoC) come origin trial per gli sviluppatore in Chrome.

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FLoC, ha spiegato Google, è un nuovo approccio all’advertising digitale interest-based che migliora la privacy e dà agli editori uno strumento di cui hanno bisogno per modelli di business pubblicitari praticabili. È ancora in via di sviluppo e Google si aspetta che si evolva in base agli input della community web e alle cose apprese con questa prova iniziale.

Federated Learning of Cohorts permette agli utenti di rimanere anonimi mentre navigano sui siti web e migliora la privacy, permettendo al tempo stesso ai publisher di presentare annunci pertinenti a grandi gruppi, chiamati cohort, che sono definiti sulla base di somiglianze nella cronologia di navigazione, ma non su chi sia ogni utente individualmente.

Con FLoC, il browser dell’utente determina quale gruppo corrisponde più da vicino alla cronologia di navigazione web recente, raggruppando l’utente stesso con migliaia di altre persone che hanno cronologie di navigazione simili. Ma la cronologia stessa non viene condivisa con Google o con altre aziende.

Inoltre, prima che un gruppo diventi idoneo, Chrome lo analizza per verificare che non si stia visitando pagine con argomenti sensibili, come siti web medici o con contenuti politici o religiosi, ad un tasso elevato. In tal caso, Chrome si assicura che tale raggruppamento non venga utilizzato.

Il test iniziale di FLoC, ha informato Google, si sta svolgendo con una piccola percentuale di utenti in Australia, Brasile, Canada, India, Indonesia, Giappone, Messico, Nuova Zelanda, Filippine e Stati Uniti. Chi ha scelto di bloccare i cookie di terze parti con l’attuale versione di Chrome, non sarà incluso in queste origin trial.

Nel corso del mese di aprile Google introdurrà un controllo nelle impostazioni di Chrome che l’utente potrà usare per rinunciare all’inclusione in FLoC e altre proposte di Privacy Sandbox.

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