A colloquio con Carlo Marchini, responsabile di Google Enterprise in Italia. I servizi, le strategie, le leve strategiche.
Sono passati circa due anni da quando Google ha portato la sua offerta Enterprise anche sul mercato europeo e dunque in Italia. “Google Enterprise ha iniziato a svilupparsi nel 2002 negli Stati Uniti e dal 2005 è arrivata anche in Europa – racconta Carlo Marchini, responsabile di Google Enterprise in Italia- . Poco alla volta si sono definiti i tre assi principali lungo i quali si snoda l’offerta: search, georeferenziazione e collaboration”.
Per quanto riguarda l’area search, l’offerta copre le esigenze sia delle aziende di piccole dimensioni, sia dei dipartimenti fino a salire fino alle grandi imprese.
“L’idea è quella di rendere disponibile un unico punto di accesso per effettuare ricerche sul sito web aziendale, sulla intranet, sui file server, sui database, garantendo risultati integrati anche in ambienti molto diversi l’uno dall’altro e rispettando tutte le policy di sicurezza: se un utente non ha i privilegi di accesso a determinati dati o file, semplicemente non li vede. Nella sostanza, con l’offerta per il Search Google offre una sorta di meta motore di ricerca indipendente dalle applicazioni, integrabile all’interno del dei sistemi di content management”.
Siamo in presenza di un mercato affollato, di questo Google è consapevole. Nondimeno proprio la possibilità di effettuare ricerche su piattaforme diverse su oggetti molto differenti tra loro le ha consentito di avvicinare in due anni circa 200 clienti per i quali sono state realizzate installazioni molto significative. “Si parla della Marina o dei Carabinieri, di realtà del credito come Unicredito o Fineco, di realtà industriali come Ansaldo o Texa, e poi il Cnipa, la Regione Veneto, la Valle D’Aosta, la Provincia di Milano o il Comune di Firenze”.
Le vendite vengono sviluppate in modalità diretta, ma è stato attivato anche un programma di partnership (Gep – Google Enterprise Professional) nel quale vengono coinvolte sia realtà intenzionate a sviluppare applicazioni sul motore di ricerca, sia partner specializzate su mercati verticali o distretti.
“In questo momento – precisa Marchini – stiamo lavorando con cinque sei partner, quali Scube, I-Node, Confor Informatica, Praxis Calcolo, Global Base”.
La seconda area di attività è rappresentata dalla georeferenziazione, ovvero l’utilizzo dei servizi di Google Maps e Google Earth in ambito enterprise.
“In questo caso si parte da progetti semplici, quali l’integrazione di mappe sui siti Web, per arrivare a implementazioni complesse che abbracciano il Crm, il marketing geografico o ancora la localizzazione delle flotte sul territorio”.
In questo caso, l’apporto dei partner può essere molto importante: “Non abbiamo servizi di consulenza al nostro interno: spetta quindi ai partner svolgere questo tipo di attività presso i loro clineti, identificando quale implementazione meglio risponde alle loro esigenze”.
Il terzo asset, infine, è rappresentato da Google Apps Premier.
“In questo caso, – spiega Marchini – siamo partiti da una semplice considerazione: i pacchetti di produttività d’ufficio standard sono in genere sovradimensionati rispetto al reale utilizzo. Per questo motivo abbiamo pensato di riunire in una proposta SaaS quattro elementi chiave: la posta elettronica con GMail, il calendaring, chat e VoIp e i documenti, vale a dire word processor, foglio di calcolo e presentazioni. Il tutto in un’ottica di collaboration, che consente di condividere i lavori in corso, tenendo traccia delle modifiche”.
Non mancano sicurezza e backup. Due elementi considerati chiave quando si parla di aziende.
“In questo caso la risposta si chiama Postini. In questo momento abbiamo già integrato il 70% delle funzionalità di Postini in Google Apps e molto si farà nel prossimo futuro”.
Diverse le leve che Google ha scelto di utilizzare per portare Premier alle imprese. “I costi, innanzi tutto: si parla di 38 euro l’anno per utente, che secondo le stime della società corrispondono a 1/7 del costo di una piattaforma simile. E poi l’eliminazione della complessità nella gestine delle licenze; la velocità di implementazione, la facilità di gestione degli account e degli upgrade e non da ultimo la possibilità di utilizzarla ovunque, senza dover effettuare il deployment ogni volta su ciascun dispositivo il dipendente possa utilizzare”.
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